Previsioni Euribor e Irs a luglio 2014

Dopo l’apertura all’utilizzo contestuale di molteplici strumenti finalizzati a contrastare la troppo debole salita dei prezzi e preso atto della conferma delle stime recenti in materia di inflazione nel medio termine e crescita economica nell’area euro, i membri del consiglio direttivo Bce si sono concentrati sulle modalità attraverso le quali rendere operative le nuove Tltro e quindi, come da attese, hanno scelto di non intervenire sui tassi base nel mese di luglio (Refi 0,15%) mantenendo inalterato il c.d. corridoio.

In particolare, sono stati definiti i benchmark per i prestiti supplementari ai fini della determinazione della quantità di denaro che ciascun istituto commerciale potrà richiedere alla banca centrale nelle tranche successive alle prime due di settembre e dicembre 2014.

La riunione del board è avvenuta nella prima settimana di luglio che ha fatto registrare sul mercato interbancario quotazioni in lieve ribasso sulla scia della manovra ultima di politica monetaria, scatenante la discesa dei tassi in condizioni ottimali di liquidità, ma con il freno imposto dallo schiacciamento ai limiti tecnici del costo dello stesso denaro prestato: l’Euribor 3 mesi chiude il 4 luglio 2014 fissato a 0,204%, ancora in ribasso rispetto a sette giorni prima; l’Euribor 6 mesi rimane fermo alla quotazione di lunedi.

Il clima di generale tranquillità, giovedi scorso, ha avuto riflessi anche sul mercato dei derivati di Londra dove gli operatori hanno lasciato praticamente immutate le aspettative sull’Euribor 3 mesi nell’orizzonte temporale del prossimo triennio mentre, per la prima parte del 2018, hanno specificato increspature nei limiti dei due centesimi dopo la lettura del dato finale Markit Pmi composito che ha confermato la stima flash di moderata espansione.

In data 04/07/2014 i tassi Euribor 3 mesi previsti vengono aggiornati al minimo dello 0,16% tra la fine dell’anno corrente ed i primi mesi del 2015, quando rasenteranno il Refi; sul tratto più lontano della curva, a partire dal 2019, gli operatori limano i tassi in prossimità di quota 1,2%.

Secondo corrette previsioni, il fenomeno dello schiacciamento dei tassi ha riguardato pure i rendimenti di tutte le obbligazioni pubbliche.

Nella seconda e terza settimana di giugno il rendimento del Treasury era prima salito sulla scorta della pubblicazione dei buoni dati occupazionali Usa e poi si era stabilizzato sui toni concilianti in tema di politica monetaria Fed accompagnati dalla conferma della prosecuzione del tapering: il Bund, nel complesso sempre ben correlato, segnalava una diminuzione del rendimento che portava l’Irs 10 anni a scendere all’1,5% (19 giugno).

Nell’ultima settimana di giugno, quindi, i dati definitivi sul Pil americano molto deludenti trascinavano con forza al ribasso il rendimento dei decennali: l’americano, il tedesco all’1,25% (percentuale mai toccata nell’ultimo anno) ed i periferici europei tutti intrappolati sui minimi. Irs 10 anni all’1,44% il 26 giugno.

Nei giorni scorsi i movimenti al ribasso del tasso fisso non hanno coinvolto il Bund, sostenuto dall’orientamento espansivo rafforzato della Bce: nel contesto europeo, dove l’inflazione tende ad annullarsi ed il cambio euro/dollaro è più forte di quanto fosse un mese fa, non sembra esservi spazio per movimenti al rialzo dei tassi e le previsioni dell’Irs 10 anni confermano per le prossime settimane valori molto vicini al fixing 1,47% del 4 luglio 2014.

Il rafforzamento delle sole aspettative di un Quantitative Easing in stile americano, da realizzarsi dopo l’estate, basterebbe a spingere l’Irs 10 anni verso quota 1,2%.

(per le attese della settimana prossima sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi dell’11 luglio 2014“)

(per le attese del prossimo mese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs ad agosto 2014“)

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