Previsioni Euribor e Irs a luglio 2012

L’annunciato taglio al costo base del denaro, non ancora operativo dato il regolamento 11 luglio, venerdi scorso ha immediatamente influenzato il tasso di interesse al quale le banche europee si prestano denaro: l’Euribor 3 mesi, in particolare, è sceso di dieci centesimi, fissato al minimo storico di 0,549% in data 6 luglio 2012; ribassi di simile intensità sono stati registrati anche per l’Euribor 1 mese (0,255%), per l’Euribor 6 mesi (0,831%) e per l’Euribor 12 mesi (1,118%). Rientra il differenziale Euribor-Ois (sulla durata tre mesi), sceso venerdi a 42 punti base dopo l’impennata a 0,51% del giorno prima.

La Bce, oltre ad aver dichiarato che il tasso sulle operazioni principali di rifinanziamento scenderà allo 0,75%, ha annunciato tagli che riguardano pure il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale overnight (1,5%) e soprattutto il tasso sui depositi overnight, azzerato per attuare una politica disincentivante nei confronti di quelle banche che preferiscono “parcheggiare” liquidità a scadenza un giorno anziché utilizzarla per erogare mutui e prestiti alla clientela. I dati pubblicati dallo stesso istituto centrale sull’utilizzo dei depositi continuano da mesi a fornire cifre elevatissime (giovedi 5 oltre 790 miliardi di euro, provenienti in larga parte da istituti dell’Europa centrale che hanno preferito lo 0,25% ai tassi quasi nulli dei titoli governativi virtuosi): per molto tempo è risuonato il campanello di allarme di un sistema sul quale Draghi si è espresso denunciando l’impossibilità di “incanalare i fondi alle banche verso una specifica categoria di aziende, o di risparmiatori” e la lentezza con cui le due Ltro manifestano i loro effetti, oltre che la debolezza dei flussi di credito attuali.

L’azzeramento del tasso sui depositi dovrebbe produrre effetto di abbattere anche i tassi interbancari sulle scadenze a brevissimo termine: osservato speciale l’Eonia (Euribor overnight), venerdi 6 luglio quotato 0,329%.

La manovra della Bce, le dichiarazioni sull’indebolimento della crescita in tutta l’Eurozona in un contesto peggiore delle stime, ma anche il dato sulla disoccupazione Usa di giugno hanno obbligato gli operatori del Liffe a ricontrattare i derivati futures lungo l’intero arco settimanale: le previsioni sul tasso Euribor 3 mesi del 6 luglio 2012 evidenziano ribassi diffusi che portano il minimo a quota 0,41% per marzo dell’anno prossimo, quando l’inversione del trend ribassista ricondurrebbe il parametro interbancario a superare gli attuali livelli per metà 2014.

La discesa dei tassi Euribor influenzerà l’abbassamento dei tassi Irs a 2-3 anni; e lo scenario di un continente dove si accentuano le divisioni politiche (Germania contraria all’intervento dell’Esm e all’Unione bancaria, Olanda e Slovacchia sulla stessa linea e Finlandia che preferisce uscire dall’Euro piuttosto che pagare il debito di altri) non può che irrobustire l’ipotesi del Bund decennale oggetto di acquisti operati da investitori alla ricerca di qualità.

Le attese di rendimento sotto quota 1,3% potrebbero essere compatibili con l’accettazione di un tasso piuttosto distante dall’inflazione europea per un periodo di tempo prolungato, conseguenza dell’ondata di pessimismo tornata a prevalere tra gli investitori (il titolo tedesco a 10 anni è tornato a scendere a 1,33%, lo spread italiano e quello spagnolo sono arrivati rispettivamente a 469 e 557 punti base ed il future sul Bund, venerdi, ha fatto registrare variazioni +0,57% e +0,51% sulle scadenze di settembre e dicembre).

Anche se le banche italiane e spagnole continueranno ad acquistare titoli di Stato nazionali, garantendosi rendimenti più elevati ma esponendo i bilanci a rischi crescenti, le attese del tasso Irs 10 anni, che nell’ultimo mese è prima risalito e poi tornato praticamente sugli stessi livelli (1,83% in data 06/07/2012), sono stabili o in lieve diminuzione.

(per le attese sui tassi variabili della prossima settimana: “Previsioni Euribor 3 mesi del 13 luglio 2012“)

(per le previsioni sui tassi fissi del prossimo mese: “Previsioni Euribor e Irs: agosto 2012”)

6 commenti su “Previsioni Euribor e Irs a luglio 2012”

  1. Ho un mutuo a tasso fisso ed entro il 1° agosto 2012 dovrò decidere se restare per i prossimi 5 anni al variabile (euribor 6 mesi + 1,30%) o all’IRS fisso (5 anni+1,30%). In caso di passaggio al fisso l’adeguamento sarà fatto col valore dell IRS a inizio novembre 2012.
    Cosa mi conviene fare?
    Se IRS rimarrà così basso per ancora qualche mese mi conviene bloccare i prossimi 5 anni al fisso? Quanto potrebbe risalire altrimenti in questi 3 mesi, io devo decidere entro 20 giorni. Grazie

    1. Gentile sig. Mauro, è necessario formulare una duplice premessa che, per quanto ovvia, in molti sottovalutano.
      Anzitutto, le previsioni sono soggette a margini di errore più o meno ampi per cui è praticamente impossibile conoscere il valore dell’Irs in anticipo di quattro mesi, soprattutto in questi periodi caratterizzati dalla variabile esogena degli acquisti dei titoli di Stato da parte della Bce e dei futuri acquisti di organismi finanziari sovranazionali ancora da specificare. In secondo luogo, per molti mutuatari la componente psicologica prevale su quella economica, ovvero ci sono persone che preferiscono pagare di più (tasso fisso) in cambio della consapevolezza del “quantum”.
      Ciò premesso, un metodo accettabile di valutazione può basarsi sui dati verificati e attesi del 6 luglio scorso, quando la differenza tra i tassi “Euribor 6M” e “Irs 5A” si presentava nell’ordine dello 0,3%.
      Se approssimiamo le previsioni dell’Euribor 6M con quelle dell’Euribor 3M (si muovono nel tempo quasi in parallelo), detta differenza verrà recuperata dal tasso variabile a marzo 2015 quando l’Euribor 3M sarà pari a quello attuale maggiorato dello 0,3%: ciò implica che per i prossimi 2,5 anni (dei 5 sotto osservazione) conviene il tasso variabile, poi converrà il fisso.
      Considerato che gli interessi si applicano sul debito residuo, e quindi sono più elevati nella prima metà del mutuo, sembra preferibile la soluzione del tasso variabile.
      Ovviamente solo Lei conosce l’ammontare del capitale a cui applicare interessi e pertanto solo Lei può paragonare il beneficio degli interessi risparmiati (attesi) agli oneri (certi) per il passaggio da un parametro all’altro. Per quantificare con più accuratezza può fare uso di un preventivatore on line per mutui e seguire le indicazioni che ho già fornito in un articolo pubblicato nel marzo 2011 (http://www.questidenari.com/?p=3794) sulla scelta tra il tasso fisso e il tasso variabile, le cui linee guida rimangono valide.
      Saluti

  2. Salve.
    Ho un mutuo a tasso variabile (euribor 3m + 2%).
    Capitale residuo 121.000 Euro.
    Durata residua 24 anni.
    Rata mensile.
    Ho la possibilità di chiedere una sola volta il passaggio al tasso fisso (2,25% + Irs più vicino alla durata residua del mutuo, che ad oggi sarebbe IRS 25A).

    Domanda n° 1:
    Mi chiedo se questo sia il momento migliore di operare il passaggio, perchè, se non vado errato, al momento col fisso pagherei al di sotto dei 700 euro/mese e tale cifra (ma non di più) sarebbe per me ancora una rata sostenibile.
    Sarà vero che, come dicono le previsioni che ho letto, il variabile resterà conveniente ancora per i prossimi 4 anni, ma facendo il passaggio al tasso fisso fra 4 anni per sfuggire al futuro rialzo del variabile non incorrerei sicuramente in una rata assai più alta (per altri 20 anni su un importo ancora alto di capitale residuo)?
    Insomma: Non facendo il passaggio da variabile a fisso adesso, rischio che i tassi ricominciano a correre in alto e quelli di adesso non li ritrovo più! No?

    Domanda n° 2:
    Se io inoltro la richiesta oggi, la banca comporrà il mio tasso d’interesse calcolando l’IRS 25 Anni con la quotazione del 29 Agosto.
    (così dice il contratto: il giorno prima della scadenza della seconda rata a partire dal ricevimento della lettera di richiesta…).
    Ma siamo a metà Luglio!
    Visto il particolare frangente politico-economico e le notizie e dichiarazioni che si susseguono, un mese e mezzo è un tempo assai lungo…
    Cosa rischio? Secondo voi devo aspettarmi sorprese?
    Non vorrei trovarmi con un tasso Irs schizzato alle stelle (non so per quale motivo perchè non sono esperto di queste cose) e una rata che non posso sostenere…
    O forse conviene aspettare, in modo che la banca prenda la quotazione Irs in un altro momento (fine Settembre? Fine Ottobre? . . .).

    Scusate la lunghezza del messaggio… Spero di essere riuscito a spiegarmi bene e, soprattutto, spero vorrete darmi qualche indicazione.
    Grazie!

    1. Risposta n° 1:
      Tutto è possibile.
      Anche che tra 4 anni troverà un tasso fisso più basso di quello attuale …………
      Idem per il variabile.

      Risposta n° 2:
      Un mese e mezzo di tempo non credo sia sufficiente a far schizzare alle stelle il tasso Irs.
      E’ comunque abbastanza per fare danni se l’aumento è applicato a 121 mila euro per 24 anni.
      Tuttavia Le ricordo che le attese, al momento, non sono orientate al rialzo. A settembre?

  3. Approfitto per aggiungere la Domanda n° 3:

    Sul contratto c’è scritto quanto detto in precedenza:

    [l’opzione di passaggio dal tasso variabile al fisso potrà essere utilizzata una sola volta. Il tasso di interesse sarà dato dal tasso Irs a durata più prossima alla durata residua del mutuo in essere, il tasso sarà calcolato il giorno precedente la scadenza della seconda rata a partire dal ricevimento della richiesta, e sarà maggiorato del 2, 25%]

    Quel che davvero mi risulta assurdo (ma che il direttore della banca mi ha detto oggi) è che io non sarò libero di rifiutare la rata che ne deriverà, nonostante io non possa sapere quale sarà davvero il tasso Irs 25 Anni a fine Agosto o fine Settembre…

    Alla sottoscrizione del contratto credevo che avrei fatto una richiesata alla banca, la quale con i tempi necessari avrebbero calcolato l’importo e me lo avrebbero comunicato e io avrei potuto accettare o meno.
    Ci sono leggi o direttive di cui pretendere l’applicazione in merito?
    Qualcuno ne sa qualcosa?
    Grazie ancora davvero!

    1. Per i riferimenti normativi giro il quesito all’utenza web.
      Intanto posso intrattenerLa raccontando che, alcuni anni fa, in occasione di una mia consulenza finalizzata ad ottenimento di mutuo per costruzione di capannone industriale, un direttore di filiale si appellò alle lungaggini delle interpretazioni dell’ufficio legale per poter applicare condizioni di costo in maniera unilaterale.
      Esattamente: il contratto sigillato indicava tasso base (Euribor) e relativa maggiorazione (spread) per il periodo di prefinanziamento ed indicava unicamente il tasso base (lo stesso) per il periodo di ammortamento.
      Il direttore, al termine del periodo di prefinanziamento e all’inizio di quello di ammortamento, comunicò alla controparte uno spread quasi raddoppiato senza che l’impresa avesse dato motivo di alterazione del rischio specifico (che assieme a rischio sistemico e concorrenza tra istituti di credito fanno la maggiorazione, dove si trova il guadagno della banca).
      In maniera non proprio britannica, feci notare al direttore che il contratto di mutuo non solo non determinava il costo ma non lo rendeva neppure determinabile in base a un qualsiasi parametro.
      Non Le dettaglio come andò a finire ma capirà che alle imprese i soldi servono subito.
      Saluti

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