La settimana è stata caratterizzata da grande stabilità sia sul mercato interbancario che sul mercato dei derivati Liffe.
Sul primo la liquidità ha continuato a confluire, ingrossando il cuscinetto di eccesso che ora viene stimato attorno ai 1.800 miliardi di euro, con la conseguenza di limitare normalmente nell’ordine di un millesimo i movimenti giornalieri dei tassi. L’Euribor 3 mesi chiude ancora una volta a -0,329% in data 06/10/2017.
Le contrattazioni dei futures, invece, sembrano essere state anestetizzate dalla questione indipendentista catalana che in ogni seduta ha impedito alle variazioni giornaliere dei tassi attesi di raggiungere i due centesimi sul medio termine.
Prudenza per le nuove direttive Bce, riguardanti gli accantonamenti degli istituti per crediti deteriorati, e trascuratezza per gli ultimi dati Markit PMI, tutti molto buoni per manifattura, servizi e vendite al dettaglio.
Il 6 ottobre 2017 i tassi impliciti nei futures sull’Euribor 3 mesi confermano le attese fino a metà 2019 descrivendo un andamento al rialzo caratterizzato prima da impercettibile ascesa, con quota -0,285% a giugno dell’anno prossimo, poi da lieve accelerazione che rende nullo il tasso a settembre 2019. L’andamento crescente della curva si stabilizza a partire dall’estate 2020 con l’Euribor 3 mesi sopra quota 0,2%.
Invariata la previsione di settembre 2021 a 0,6%; per fine 2022 il parametro usato per l’indicizzazione delle obbligazioni a tasso variabile è rivisto sotto l’1% di venerdi scorso.
Euribor 1-6-12 mesi rispettivamente a -0,373%, -0,273% e -0,173% (fonte dati: Aritma).
Giovedi depositi giornalieri usati per 668 miliardi di euro e conti correnti presso Bce per 1.251 miliardi.
(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor del 13 ottobre 2017”)