Il business plan /3 – Informazioni macroeconomiche

Dopo aver delineato i contenuti dell’idea imprenditoriale (http://www.questidenari.com/?p=977), si passerà all’esposizione della forma giuridica dell’impresa allegando un breve curriculum vitae dei soci e degli amministratori, e quindi all’indicazione della vision del settore economico e della mission dell’azienda – la necessità che intende soddisfare.

In questa fase è fondamentale sottolineare “cosa” crea l’azienda, “come” lo crea e “a chi” si rivolge.

La presentazione del mercato obiettivo, ovvero la descrizione della clientela attuale e potenziale segmentata in base a variabili come (ad es.) la dimensione dell’impresa per numero di occupati e la zona geografica, si rende necessaria al fine di quantificare i volumi di fatturato attesi: oltre che dalle fatture di vendita, informazioni attendibili possono essere desunte pure da questionari e lettere che riportino dichiarazioni d’intento.

La successiva rappresentazione della concorrenza farà uso di indicatori come l’indice di concentrazione delle imprese nel settore, o la quota di mercato dei principali concorrenti, e descriverà il grado di turbolenza tecnologica del settore e le barriere all’entrata.

Invece, il “mercato di approvvigionamento” descriverà i fornitori dell’azienda ed il loro potere contrattuale.

A completamento di questa prima parte del business plan in cui prevalgono le informazioni di natura qualitativa, vi sarà la descrizione analitica del sistema prodotto/servizio offerto, i mezzi di pagamento usati per i fornitori e dai clienti, i tempi, le scelte di “make or buy”, le politiche di comunicazione e distribuzione adottate.

(continua http://www.questidenari.com/?p=1015)

Come evitare le liti con l’amministrazione finanziaria /2 – L’acquiescenza

Come l’autotutela (http://www.questidenari.com/?p=803), anche l’acquiescenza è una modalità di risoluzione delle liti proposta dall’amministrazione finanziaria.

Sicuramente il contribuente ha la facoltà di proporre ricorso contro le sanzioni irrogate a seguito di accertamenti ma altrettanto sicuramente, a seguito di un controllo (nemmeno troppo approfondito), è facilmente desumibile la possibilità di soccombenza nel contenzioso; quindi per evitare il tutto, si può utilizzare lo strumento dell’acquiescenza.

A differenza dell’autotutela, l’acquiescenza non è gratuita: infatti l’accettazione dell’atto comporta la riduzione ad 1/4 delle sanzioni amministrative irrogate, sempre che il contribuente adempia alle seguenti condizioni:

a) rinunci ad impugnare l’avviso di accertamento

b) rinunci a presentare istanza di accertamento con adesione

c) provveda a pagare entro il termine di presentazione del ricorso le somme complessivamente dovute tenendo conto delle riduzioni.

Ulteriore riduzione è prevista se l’avviso dell’accertamento non è stato preceduto dal cosiddetto invito al contraddittorio, e questa ulteriore riduzione arriva ad 1/8 della sanzione.

I versamenti dovuti vanno eseguiti con il modello F24 per le imposte sui redditi Iva e Irpef, con il modello F23 per le imposte di registro e gli altri tributi indiretti.

E’ possibile fruire della rateazione in 8 rate trimestrali di importo costante se il dovuto non supera la somma di Euro 51.645,69. Qualora l’importo fosse maggiore, la rateazione prevede l’allungamento a 12 rate, sempre trimestrali e di pari importo.

Sulle rate successive alla prima sono previsti gli interessi legali ed il contribuente è tenuto alla presentazione di polizza fidejussoria bancaria o assicurativa a copertura di tutto l’importo e attiva sino all’anno successivo all’estinzione del debito.

E’ compito del contribuente presentare entro 10 giorni dall’avvenuto pagamento copia dello stesso all’agenzia delle entrate presso la quale è stata promossa l’acquiescenza insieme alla copia della polizza fidejussoria.

Il mancato pagamento delle rate successive comporta l’escurtazione della polizza fidejussoria con la richiesta del saldo dovuto alla compagnia assicuratrice la quale si rivarrà sul contribuente.

Anche gli atti di contestazione che comportano l’irrogazione di sole sanzioni possono essere definite con l’acquiescenza ed anche in questo caso il contribuente pagherà solo 1/4 della sanzione riportata.

Il business plan /2 – Informazioni microeconomiche

Il numero della copia da consegnare (http://www.questidenari.com/?p=922) costituisce uno di quegli elementi che è opportuno indicare sulla copertina del business plan assieme alla ragione sociale/denominazione sociale e alla data; si procederà poi con l’indice degli argomenti trattati.

Dopo l’inserimento di un paragrafo dedicato alla “sintesi del progetto imprenditoriale”, verranno esposti i contenuti della business idea, descritti i prodotti/servizi offerti, il vantaggio competitivo (rappresentato dai fattori che la clientela apprezza e che, allo stesso tempo, non rinviene nelle aziende concorrenti), le opportunità di mercato da cogliere, gli aspetti innovativi del progetto e l’obiettivo che l’azienda intende perseguire.

E’ bene sottolineare che questa prima sezione del business plan, pur dovendo rispondere al criterio di esaustività, va trattata quasi alla maniera di uno spot pubblicitario di successo, rapido ed efficace. Ricordate: il direttore che legge il vostro documento dispone di poco tempo da dedicarvi e quindi, pur essendo interessato a prendere piena conoscenza dell’attività aziendale, ha fretta di passare ai numeri.

(continua http://www.questidenari.com/?p=995)

Segreto bancario: primi effetti di dissolvimento dei paradisi fiscali

Non è passato molto tempo da quando le autorità istituzionali europee e d’oltreoceano hanno maturato l’intenzione di intensificare la lotta alle attività finalizzate all’evasione ed elusione fiscale (http://www.questidenari.com/?p=925).

Le prime “crepe” in questo sistema – ideato per accordare tutela finanziaria alle minoranze come nel caso degli ebrei perseguitati dal Terzo Reich, ma che inevitabilmente si presta ad essere utilizzato per nascondere soldi provenienti da attività esercitate in assenza di adempimento agli obblighi fiscali – sono riconoscibili nell’assalto agli uffici del Fisco USA operato da contribuenti intenzionati a regolarizzare la loro posizione riportando i soldi in Patria (Fonte: Corriere.it). Tanto è vero che gli uffici americani sono stati costretti a predisporre dei moduli on line invitando i contribuenti a non accalcarsi agli sportelli.

Il tutto è conseguenza degli accordi ultimi tra il Governo americano, la Confederazione elvetica ed il colosso bancario UBS, dichiaratosi disponibile a consegnare circa 10.000 nominativi di clienti nordamericani sospettati di non aver versato le tasse (Fonte: IlSole24Ore). La banca svizzera, che aveva già pagato una multa per 780 milioni di dollari, ha visto subito il proprio titolo guadagnare +2% sulla piazza di Zurigo a seguito del patteggiamento.

E sempre in tema di sospetta evasione collegata ai caveau svizzeri, poche ore fa si è appresa la notizia che l’azione legale, inerente questioni di eredità contesa, avviata da Margherita Agnelli (figlia dell’Avvocato) nei confronti di Marella Agnelli, ha prodotto l’apertura di un’inchiesta da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il patrimonio finito nel mirino del Fisco italiano ammonterebbe ad una cifra di poco inferiore ai 2 miliardi di Euro, di cui circa 1 miliardo depositato in Svizzera (Fonte: Ilsole24Ore).

Guida al lavoro occasionale

Nell’ambito della campagna di legalità sul lavoro accessorio e occasionale promossa dalla direzione regionale Inps Lazio, è stata distribuita una guida in cui si delinea il sistema dei “buoni” con valore nominale pari a 10 Euro ciascuno.

Le prestazioni di lavoro occasionale accessorio, non riconducibili a contratti di lavoro, vengono pagate attraverso detti voucher col limite economico di € 5.000 per i compensi percepiti dal prestatore di lavoro, nel corso dell’anno solare, da parte di ciascun singolo committente (mentre per i percettori di prestazioni integrative di salario o sostegno al reddito come cassintegrati e lavoratori in mobilità, detto limite si abbassa ad € 3.000). Il compenso è esente da ogni imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato.

E’ garantita la copertura previdenziale presso l’Inps e quella assicurativa presso l’Inail: il valore nominale comprende i contributi Inps (13%) e l’assicurazione Inail (7%), ovvero il valore netto del voucher da 10 Euro è pari a 7,50 Euro una volta sottratto il compenso al concessionario (Inps) del 5%. Tuttavia, nel caso di prestazioni svolte per imprese familiari, trattandosi di prestazione di lavoro dipendente, il valore netto scende ad € 5,80.

I buoni cartacei acquistati dal committente presso le sedi Inps (o anche per via telematica dal sito Inps), e non utilizzati, sono rimborsabili a mezzo restituzione presso le stesse sedi, mentre la riscossione dei buoni da parte dei lavoratori può avvenire presso un qualsiasi ufficio postale.

Per ulteriori informazioni a cui fossero interessate le categorie di studenti, pensionati, casalinghe e disoccupati, è possibile contattare la linea gratuita

CONTACT CENTER INPS – INAIL
803.164

I bond sorpassano l’equity

A chi di voi ha avuto la fortuna di frequentare un bravo promotore finanziario, sarà capitato – almeno inizialmente – di sentirsi proporre la pianificazione finanziaria.

Questa metodologia d’investimento, facendo uso di valutazioni basate sulle informazioni più disparate, anche psicologiche, conclude molte volte per la scelta di strumenti finanziari ad elevato rischio (le azioni, per brevità) solo se associati ai personali obiettivi di spesa di lungo termine. La motivazione, radicata su consolidate ed elaborate rilevazioni empiriche, si lega alla performance di lungo periodo delle azioni che ha sempre superato – e di molto – i risultati dei rimanenti strumenti.

Difatti le azioni, lungo un arco temporale molto ampio, rappresentano il capitale societario, sommato alle riserve di utili accantonati negli anni, su cui assai poco possono influire le informazioni (o anche i rumors di mercato) apportatrici di variazioni istantanee dalla natura puramente emotiva.

Se queste sono le premesse, allora iniziate a tenervi forte alla poltrona: i più recenti studi statistici mostrano che, nell’arco temporale limitato agli ultimi 40 anni, le obbligazioni non soltanto presentano minori oscillazioni dei corsi, cosa del tutto prevedibile, ma addirittura hanno performance superiori a quelle azionarie!

Ciò a dire che il mercato dei bond, oltre a salvaguardare le coronarie degli investitori che non amano le “montagne russe” tipiche dell’equity, premia maggiormente i suoi frequentatori di quanto facciano gli altri mercati.

Nel dettaglio, uno studio del gruppo Morningstar paragona le performance annualizzate dei due strumenti alla scadenze da 1 a 40 anni (a step di 5 e poi 10 anni) e porta a concludere che solo nel lunghissimo termine (dal gennaio del 1926 al marzo di quest’anno) non vi è alcun dubbio sull’accordare la preferenza alle azioni.

Ma voi avete soldi da investire per il 2050?