Niente caffè per Malinconico. E meno responsabilità per i blogger

La proposta del presidente Fieg Carlo Malinconico ha incontrato venerdi scorso il diniego bipartisan del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti e di Paolo Gentiloni, Responsabile Comunicazione del Pd.

Scontenta proprio tutti, a quanto pare, l’idea di tassare la connessione a banda larga per aiutare gli editori ad uscire da una crisi settoriale che origina da più di una causa (http://www.questidenari.com/?p=2491). Valanghe di email, commenti ironici o arrabbiati, sono giunti alle testate dai naviganti della rete web che non intendono appoggiare l’ipotesi dell’obolo versato da tutti a vantaggio del sistema editoriale: forse più di quanto accada in altri contesti che impongono condizioni onerose di accesso e permanenza, gli internauti sentono forte l’appartenenza al luogo telematico dove frequentemente, con criterio meritocratico, vengono premiati i contenuti di elevato interesse, espressi in maniera indipendente da una qualsiasi logica “politica” (fonte: IlSole24Ore.com).

La notizia del rifiuto trasversale è giunta in contemporanea a quella proveniente dalla terza sezione della Corte di Appello di Torino, in cui si intrecciano ancora la dimensione editoriale e la dimensione web.

Il giornalista e blogger Roberto Mancini, condannato alla sanzione pecuniaria di euro 1.000 per essersi reso colpevole del reato di diffamazione a seguito della pubblicazione di due post recanti la sua firma, è stato invece assolto dal reato di omesso controllo degli articoli non firmati.

Secondo i giudici, dunque, devono considerarsi anonimi i post che non recano la firma del gestore del blog. La sentenza, che riforma quella di primo grado, conclude che la figura del blogger non è equiparabile a quella del direttore di giornale (fonte: IlSole24Ore.com).

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