La primavera dell’Euribor

Ennesimo minimo record per l’Euribor a 3 mesi, sceso oggi allo 0,692%, e ancora ossigeno per chi deve restituire alla banca i soldi del mutuo a tasso variabile.

Di certo non durerà in eterno, ma il modo lento e graduale in cui i tassi hanno affrontato quest’ultimo tratto basso della loro parabola fa riflettere sui tempi di risalita, più lunghi di quanto si potesse prevedere fino a qualche mese fa.

La Bce, che per statuto deve controllare l’inflazione, non intenderà ritoccare tanto presto i tassi di un sistema economico in cui le imprese, attraverso i tagli all’occupazione, hanno proceduto a gettare le basi per una fase di prezzi stabili. Né lo stesso istituto dovrebbe incappare nell’errore del 2008 quando non comprese che la dinamica inflattiva si legava all’andamento folle di un’unica variabile esogena al sistema, il petrolio.

E’ più facile pensare, invece, ad una manovra di “aggiustamento” dell’Euribor, attualmente al di sotto del costo base del denaro fissato all’1%, quando Trichet e compagni daranno per finito il tempo delle “operazioni non convenzionali” – ovvero quando sarà “riassorbita” l’iniezione di liquidità della maxi operazione a 12 mesi datata giugno 2009 (http://www.questidenari.com/?tag=exit-strategy).

Anche in questo senso possono essere lette le previsioni dei tassi future sull’Euribor a 3 mesi, stimato a 1,06% a giugno e 1,42% a settembre (le previsioni complete dalla fonte IlSole24Ore).

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