La misura del rischio operativo /2 – Significato di Leva Operativa

Prima di procedere, occorre distinguere tra le componenti di reddito che rimangono immutate, o variano, sulla base delle quantità prodotte (ed ipotizziamo pure vendute, per quieto vivere!) – pur nella consapevolezza che tale distinzione presenta limiti evidenti in ordine all’esistenza delle infinite sfumature indicate coi termini di costi “semi-fissi” e “semi-variabili”, o in ordine al periodo temporale in oggetto (nel lungo termine cadrebbe ogni distinzione e i costi sarebbero tutti variabili!).

Per quanto attiene ai ricavi, siccome non ci occuperemo delle organizzazioni non profit (anche dette “senza fine di lucro” per via del divieto di distribuzione degli utili) che si caratterizzano per la presenza di ricavi fissi derivanti da donazioni e contributi pubblici indipendenti dal volume dei servizi erogati, la componente in oggetto sarà considerata variabile.

Diversamente, i costi saranno distinti in fissi e variabili in base alla quantificazione del loro ammontare con l’aumento della quantità prodotta.

Se rileggiamo la formula della leva operativa (http://www.questidenari.com/?p=1022), questa indica che una determinata azienda, con una determinata struttura dei costi nell’esercizio n, per l’anno successivo può attendersi (ad esempio) un incremento dell’1,4% di reddito operativo (RO) se le vendite (RT) aumentano dell’1%. Ma vale anche il viceversa, nel senso della pari diminuzione dei profitti al pari calo delle vendite, come si evince dalla rappresentazione dei valori assoluti nell’esercizio speculare (n+1)’:

Tav. 1

Tav. 1: leva operativa e volumi di vendita

La Tav. 1 mostra chiaramente che una variazione positiva (+10%) delle quantità vendute (q), a parità di prezzo unitario di vendita (p), di incidenza unitaria del costo variabile (CVu) e di costi fissi (CF), produrrebbe un incremento del profitto nella misura del +14% (da 50 a 57), esattamente nelle proporzioni indicate dalla Leva Operativa (LO); al contrario, una contrazione delle vendite del 10% nell’esercizio (n+1)’ farebbe diminuire il profitto del 14% (da 50 a 43).

Se questo esempio evidenzia che la Leva Operativa esprime la “reattività”, ovvero la sensibilità dell’impresa a creare profitti, o a generare perdite, tuttavia almeno due questioni appaiono irrisolte:

1) cosa determina la suddetta “reattività”?

2) è necessario disporre di 2 schemi di Conto Economico successivi per eseguire il calcolo della Leva Operativa?

(continua http://www.questidenari.com/?p=1169)

2 commenti su “La misura del rischio operativo /2 – Significato di Leva Operativa”

  1. La Leva Operativa (LO) è uno strumento finalizzato a quantificare l’attitudine – propensione o energia potenziale – dell’azienda a produrre reddito operativo derivante dalle vendite.
    Ciò significa che le imprese commerciali (che acquistano merci e le rivendono), caratterizzate da una struttura dei costi più elastica rispetto alle imprese manifatturiere (che trasformano materie prime e vendono prodotti finiti), registrano una LO più bassa rispetto a queste ultime: il più alto rapporto tra costi variabili e costi fissi si traduce in un rischio operativo più contenuto, ovvero in una ridotta variabilità dei risultati al fluttuare delle vendite.
    Ovviamente, se le prime sono più tutelate nei periodi di crisi economica perché soffrono perdite ridotte, le imprese manifatturiere (capital intensive caratterizzate da forti investimenti nell’attivo immobilizzato) realizzeranno profitti maggiori nel momento in cui la domanda di mercato tornerà con forza.
    L’analisi della LO, pertanto, appare utile anche in sede di redazione del budget annuale quando, fissati gli obiettivi di reddito dell’azienda, viene stimata la domanda di mercato ed il management quantifica l’eventuale scostamento dal target sulla base dei rischi assunti.
    Riguardo ai limiti, le carenze della LO sono quelle tipiche di qualsiasi indicatore di bilancio: non va considerata a sé stante ma deve essere valutata nel contesto degli altri indicatori; non deve essere osservata per la singola azienda ma paragonata a quella di aziende similari; non va registrata in modo istantaneo ma monitorata nel corso del tempo.

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