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La benedizione

 

Quest’oggi il Governatore Draghi ha espresso a Montecitorio la posizione di Bankitalia su alcuni temi di natura economico-finanziaria di stretta attualità come i Tremonti bond, con cui sono state invitate le banche ad irrobustire il proprio capitale, e l’imposizione fiscale sugli utili bancari che comporta minore capacità di reinvestimento e, a seguire, minore credito alle aziende – sull’argomento più generico della detassazione sul reinvestimento utili societari che troppo spesso prendono la via dei conti personali, si era espresso correttamente anche Ferruccio de Bortoli nella sua rubrica quotidiana di ieri (http://www.ilsole24ore.com/asterisco/asterisco_20090316.shtml).

Giovedi prossimo l’Associazione Bancaria Italiana ed il Ministero dell’Economia si riuniranno per accordarsi sull’entità del credito da concedere a famiglie e aziende da parte di quelle banche che emettono i titoli ibridi sottoscritti dal Tesoro: la misura, che riveste carattere di straordinarietà, rispetta le regole comunitarie sugli aiuti di Stato ed è finalizzata a contrastare l’emergenza liquidità nell’attuale contesto recessivo, prevede pure un grace period, ovvero una “finestra” di 12 mesi durante la quale i titolari di mutuo prima casa – se hanno perso il lavoro o sono stati messi in cassa integrazione – potranno rinviare il pagamento della rata senza subire alcun tipo di penale.

I sogni degli altri

 

Diversamente da quanto accaduto in applicazione dello schema Ponzi, usato niente affatto per investire ma per far “girare” i soldi come descritto nell’atto di autoaccusa

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/03/madoff-ville-yacht-patrimonio-823-milioni.shtml?uuid=1359afec-10ac-11de-b369-ca847b73950d&DocRulesView=Libero

Madoff si è rivelato abilissimo ad investire i suoi denari fra yatch, gioielli, argenteria, nonché mega ville in Florida, Costa Azzurra e a Manhattan.

Questo curioso e forse non esclusivo modo di intendere come virtuali i soldi degli altri, a differenza dei propri fortemente ancorati alla materialità, potrebbe indurci in futuro a chiedere, con un occhio al garbo e l’altro alla fisiognomica, se anche il proponente l’investimento (qualsiasi) ne ha già sperimentato in prima persona i benefici effetti.

Il tasso base all’1,50%

euroCome previsto (vedi post precedente), la BCE abbatte il costo del denaro dello 0,5%.

L’intervento è di pari misura e simultaneo a quello della Bank Of England che oggi ha annunciato futuri e ulteriori provvedimenti per iniettare liquidità nei mercati. Come in ogni altro sistema economico, si punta a favorire l’accesso al credito da parte di privati e imprese.

Di concerto

 

Mentre le aziende europee fanno sempre meno ricorso al finanziamento bancario, fenomeno comunque mitigato dalla crescente frequenza con cui le stesse imprese si finanziano presso i privati attraverso l’emissione di bond, la preoccupazione degli esponenti dei governi europei e della Bce è anzitutto quella di sostenere il sistema finanziario.

Le intenzioni sono giuste, perché chi conosce l’economia sa che le crisi finanziarie anticipano quelle economiche, e l’attuale creazione di prodotto delle imprese a livello globale non permette certo di dormire tranquilli trascurando le condizioni di accesso alla moneta da parte del settore privato.

Gli stessi interventi di abbattimento dei tassi voluti da Trichet, forse sin troppo bruschi rispetto ad una politica fine tuning ovvero dei piccoli aggiustamenti preferibile se non altro per la più agevole misurabilità ed elaborazione degli effetti, potrebbero rivelarsi inefficaci quando, come scrisse qualcuno che conosceva le crisi, “si può portare il cavallo alla fonte, ma non si può costringerlo a bere”.

La complessità che il sistema economico vive nel momento attuale deve indurre a risposte sinergiche fra gli Stati, assistite da una rapida evoluzione normativa e concertate in un’ottica di sviluppo del contesto politico fiscale, e non solo monetario univoco a cui si è votata l’Eurozona.

In questo senso, e quando i governi sono costretti a “racimolare” risorse per dare sostentamento alle loro politiche, si rinviene una possibile chiave di lettura delle ultime esternazioni del segretario Ocse e del direttore del FMI riguardanti i c.d. “paradisi fiscali” – fra cui il principato di Monaco, di Andorra e il Liechtenstein – ovvero i luoghi ove la tassazione è quasi assente, e la riservatezza delle operazioni rappresenta un requisito che va a scapito della trasparenza.

Tanto per cominciare

Ha ancora senso dedicare un intero blog all’argomento degli investimenti in Borsa, a quello delle polizze vita o dei mutui casa?

O forse sarebbe meglio trattare argomenti più accessibili all’italiano medio – quello che fatica ad arrivare alla 3° settimana, per intenderci – parlando del conto corrente, di polizze auto e rate del televisore al plasma?

E perché trascurare il credito a tanti zeri che le banche concedono alle aziende, magari inserendo qua e là i jpeg di qualche stellina televisiva dei reality, così, tanto per tenere desta l’attenzione degli utenti non-imprenditori ma pur sempre buongustai?

I soldi e i loro impieghi, al di là di ogni posizione moralistica per quanto legittima, interessano tutti coloro che vogliono raggiungere i propri obiettivi personali, talvolta misurandosi il grado di felicità coi numeri stampati sui pezzi di carta dell’estratto conto.

Perché al primo pensiero, i soldi non ci invitano a riflettere sul modo in cui le ricchezze sono state accumulate ma piuttosto ci fanno sognare quello che da sempre avremmo voluto realizzare, sospirare nella consapevolezza che dovremo aspettare ancora e chissà per quanto.

Almeno per un attimo, come i fantasmi, questi denari si identificano con ognuno di noi: dobbiamo farci forza, e tornare a relegarli nella loro dimensione tipica strumentale, senza cedimenti al loro fascino perverso. Proveremo a vedere come.

fantasmi1 Ascolta Eduardo De Filippo