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Legge di stabilità 2013: Imu, Iva, detrazioni per figli a carico, crediti iscritti a ruolo e cartelle pazze

Lo scorso venerdi 21 dicembre la Camera ha approvato in via definitiva la legge Stabilità che entra in vigore il 1° gennaio 2013 (comma 560 dell’unico articolo).

Il comma 380 (lettera a) attribuisce interamente ai Comuni il gettito dell’imposta municipale propria (Imu) per l’anno 2013 e 2014 e semplifica gli adempimenti con l’indicazione di un unico importo e codice tributo per il versamento, con l’eccezione (lettera f) della riserva di gettito spettante allo Stato sui capannoni industriali – immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D – per i quali la corrispondente aliquota base da applicare, pari allo 0,76%, può essere elevata dai Comuni sino allo 0,3% (lettera g).

A partire dal 1° luglio 2013 (comma 527) sono annullati di diritto i crediti fino a 2.000 euro, comprensivi di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, iscritti a ruolo esecutivo sino al 31 dicembre 1999.

Dal 1° gennaio 2013 (commi 537 e 538), entro 90 giorni dalla notifica delle c.d. cartelle pazze (primo atto di riscossione utile o atto della procedura cautelare o esecutiva), i contribuenti possono presentare una dichiarazione per sospendere l’azione dell’agente alla riscossione documentando che gli atti emessi dall’ente creditore prima della formazione del ruolo sono stati interessati da:

        prescrizione o decadenza del diritto di credito;

–        provvedimento di sgravio;

        sospensione amministrativa o giudiziale, oppure “sentenza che abbia annullato in tutto o in parte la pretesa dell’ente creditore, emesse in un giudizio al quale il concessionario per la riscossione non ha preso parte”;

        pagamento effettuato;

        qualsiasi altra causa di inesigibilità del credito.

L’atto viene annullato (comma 540) se trascorrono 220 giorni dalla presentazione della dichiarazione senza che l’ente creditore, tenuto a rispondere, abbia inviato comunicazione al debitore.

Dal 1° luglio 2013 (comma 480) aumenta la sola aliquota Iva al 22% (dal 21%. La “manovra correttiva 2011”, invece, prevedeva che le aliquote dell’Imposta sul Valore Aggiunto del 10% e del 21% venissero incrementate entrambe di 2 punti percentuali).

Dal 1° gennaio 2013 (comma 483) aumenta a 950 euro la detrazione per ogni figlio a carico, compresi i figli naturali riconosciuti ed i figli adottivi o affidati. La detrazione è aumentata a 1.220 euro per ciascun figlio di età inferiore a 3 anni e tutte le “detrazioni sono aumentate di un importo pari a 400 euro per ogni figlio portatore di handicap”.

(continua “Legge di stabilità 2013: Tobin Tax“)

(per i chiarimenti sui rapporti tra l’Imu e le imposte sui redditi: “Circolare n. 5/E dell’11 marzo 2013: quando l’Imu sostituisce l’Irpef. Immobili non locati“)

Istruzioni Imu 2012: esempio di acconto per casa a disposizione per una parte dell’anno. Saldo con aliquota aumentata

(continua da “Istruzioni Imu 2012: acconto entro il 18 giugno per casa a disposizione, codici tributo. Esempio di saldo con aliquota aumentata”)

La Circolare n. 3/DF riprende l’esempio già esposto (Esempio 16) ed apporta l’unica integrazione relativa al possesso protratto per nove mesi dell’anno dell’abitazione tenuta a disposizione dal proprietario (100%): la prima rata da pagare entro il 18 giugno è pari ad euro 360,00, di cui euro 180,00 rappresentano la quota riservata allo Stato (codice tributo per F24: 3919) ed euro 180,00 rappresentano la quota spettante al Comune (codice tributo per F24: 3918).

Esempio 17: per l’abitazione tenuta a disposizione dall’unico proprietario a partire dal 1° aprile 2012, la rendita catastale di euro 750,00 consente di determinare l’Imu annua pari ad euro 957,60 che, in proporzione ai nove (su dodici) mesi dell’anno, diviene pari ad euro 718,20.

Detto importo per metà è riservato allo Stato (359,10) e per metà spetta al Comune (359,10).

Il pagamento della prima rata entro il 18 giugno 2012 è pari al 50% della quota riservata allo Stato (359,10 : 2 = 179,55) sommato al 50% della quota spettante al Comune (359,10 : 2 = 179,55): una volta effettuato l’arrotondamento per ciascuno dei due importi, si ottiene l’acconto da pagare (euro 180,00 + euro 180,00 = euro 360,00).

L’importo del saldo da versare entro il 17 dicembre 2012 non varia rispetto alla prima rata se l’aliquota non subisce modificazioni. Diversamente, col procedimento già illustrato (Esempio 16), occorrerà ricalcolare l’Imu dovuta in relazione allo stesso periodo dell’anno e, a saldo, pagare la differenza tra la maggiore imposta e l’importo già versato.

Come si evince dall’esempio, l’acconto versato a giugno non è proporzionale ai mesi dell’anno in cui si è protratto effettivamente il possesso: infatti se l’Imu è calcolata su nove mesi dell’anno e la prima rata ne prevede il pagamento al 50% (ovvero per 4 mesi e mezzo), il possesso effettivo dell’abitazione si è verificato per meno di tre mesi (dal 1° aprile a metà anno).

Ulteriore riflessione porta a considerare che, in caso l’abitazione venisse venduta pochi giorni dopo il pagamento dell’acconto, la prima rata versata sarebbe addirittura superiore all’Imu dovuta per l’anno 2012 ed il contribuente dovrebbe chiedere il rimborso della parte eccedente.

(continua Istruzioni Imu 2012: acconto per abitazione principale e pertinenza (versamento in 3 rate). Ipotesi di aumento dell’aliquota“)

Istruzioni Imu 2012: acconto entro il 18 giugno per casa a disposizione, codici tributo. Esempio di saldo con aliquota aumentata

(continua da: “Istruzioni Imu 2012: quota e periodo di possesso, rateizzazione, scadenza e pagamento con F24”)

In base a quanto esposto sinora si conclude che:

in caso esistano diversi comproprietari, o diversi contitolari di un diritto reale, l’Imu è pagata da ciascun contribuente in proporzione alla propria quota, in proporzione al periodo di possesso e con versamenti separati;

l’Imu 2012 deve essere versata in due rate, di cui la prima (acconto) deve tenere conto delle sole aliquote base fissate dal Governo col decreto “Salva Italia” anche qualora il Comune abbia già deliberato in merito. La seconda rata dovrà tenere conto delle aliquote definitive e dell’acconto versato;

soltanto per abitazione principale e relative pertinenze l’importo dovuto può essere suddiviso in tre tranche;

le aliquote sono pari a 0,4% (abitazione principale e relative pertinenze), 0,76% (seconde case, case affittate, aree fabbricabili e terreni agricoli) e 0,2% (fabbricati rurali strumentali).

La Circolare n. 3/DF esemplifica l’ipotesi di una seconda casa con quota di proprietà e periodo di possesso al 100%, in relazione alla quale l’Imu da versare entro il 18 giugno è pari ad euro 478,00; l’imposta dovuta è divisa in due parti, di cui la prima metà è riservata allo Stato e la rimanente metà al Comune.

Esempio 16: per l’abitazione tenuta a disposizione dall’unico proprietario per l’intero anno, la rendita catastale pari ad euro 750,00 consente di determinare l’Imu annua pari ad euro 957,60 dopo l’applicazione della rivalutazione (5%), del moltiplicatore (160) e dell’aliquota impositiva (0,76%).

Detto importo è riservato per il 50% allo Stato (euro 478,80) e per il 50% al Comune (euro 478,80).

La quota riservata allo Stato viene divisa a metà per il versamento della prima rata entro il 18 giugno 2012 (euro 239,00 dopo l’arrotondamento). Sul modulo F24 deve essere indicato il codice tributo 3919.

La quota riservata al Comune viene divisa a metà per il versamento della prima rata entro il 18 giugno 2012 (euro 239,00 dopo l’arrotondamento). Sul modulo F24 deve essere indicato il codice tributo 3918.

L’importo del saldo da versare entro il 17/12/2012 corrisponde a quello dell’acconto in caso di invarianza dell’aliquota.

Se invece il Comune dovesse modificare l’aliquota d’imposta innalzandola a 0,86%, occorrerebbe ricalcolare l’Imu per l’intero anno e, a saldo, pagare la differenza tra la maggiore imposta e l’importo già versato.

Nell’ultima ipotesi, la quota riservata allo Stato (sempre euro 478,80), al netto dell’acconto di giugno (euro 239,00), porterebbe a versare la differenza di euro 240,00 (ovvero euro 239,80 arrotondati): Imu a saldo riservata allo Stato.

E siccome l’Imu annua salirebbe ad euro 1083,60 (una volta applicata la nuova aliquota), la differenza tra quest’ultimo importo e la quota annua riservata allo Stato sommata all’Imu comunale versata in acconto porterebbe a versare euro 366,00 (1083,60 – 478,80 – 239,00 = 365,80 prima dell’arrotondamento): Imu a saldo spettante al Comune.

La seconda rata da versare entro il 17 dicembre salirebbe così ad euro 606,00 derivante dalla somma dell’Imu a saldo riservata allo Stato e dell’Imu a saldo spettante al Comune.

(continua “Istruzioni Imu 2012: esempio di acconto per casa a disposizione per una parte dell’anno. Saldo con aliquota aumentata“)

(scarica la RISOLUZIONE N. 35/E del 12 aprile 2012 relativa all’istituzione dei codici tributo per il versamento dell’Imu tramite F24 dal sito dell’Agenzia delle Entrate)

Decreto-legge 201/2011 convertito con la Legge 214 del 2011: detrazioni delle spese per interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici (art. 4, commi 1 e 4)

Il D.L. 201/2011, convertito in legge con le modificazioni riportate nell’allegato alla Legge 214 del 22 dicembre 2011, al comma 1 dell’art. 4 “Detrazioni per interventi di ristrutturazione, di efficientamento energetico e per spese conseguenti a calamità naturali” reca disposizioni che, dal 1° gennaio 2012, estendono a tutte le parti comuni degli edifici residenziali la detrazione dall’imposta lorda Irpef del 36% delle spese documentate, fino alla somma di 48.000 euro per unità immobiliare, sostenute dai contribuenti che possiedono o detengono l’immobile oggetto di intervento di cui alle lettere a) b), c) e d) dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380.

Stesso beneficio spetta in relazione agli interventi

–        “di cui alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze”;

–        necessari alla ricostruzione o al ripristino degli immobili danneggiati a seguito di eventi calamitosi, anche quando la dichiarazione dello stato di emergenza sia intervenuta prima della data di entrata in vigore della norma;

–        per la “realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali anche a proprietà comune” e “finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi”;

–        relativi alla prevenzione del compimento di atti illeciti da parte di terzi, “alla realizzazione di opere finalizzate alla cablatura degli edifici, al contenimento dell’inquinamento acustico” e alla “realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici” (fonti rinnovabili di energia);

–        “relativi all’adozione di misure antisismiche con particolare riguardo all’esecuzione di opere per la messa in sicurezza statica, qualora gli stessi interventi siano “realizzati sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente”, comprendano interi edifici e, per i centri storici, vengano “eseguiti sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari”;

–        “di bonifica dall’amianto e di esecuzione di opere volte ad evitare gli infortuni domestici”.

Tra le spese elencate sono comprese quelle per la progettazione e per le prestazioni professionali relative all’esecuzione delle opere edilizie e alla messa a norma degli edifici.

Nell’ordine del 36% del valore degli interventi eseguiti – che si assume pari al 25% del prezzo dell’unità immobiliare risultante nell’atto pubblico di compravendita o assegnazione, e comunque entro il limite di 48.000 euro – la detrazione spetta all’acquirente o assegnatario delle singole unità immobiliari per gli “interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia di cui alle lettere c) e d) del comma 1 dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedano entro sei mesi dalla data di termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile”.

Se gli interventi elencati rappresentano la prosecuzione di interventi iniziati negli anni passati, si tiene conto delle spese sostenute negli stessi anni ai fini del computo della soglia massima delle spese per la detrazione.

La detrazione, “cumulabile con le agevolazioni già previste sugli immobili oggetto di vincolo ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ridotte nella misura del 50%”, viene ripartita in 10 quote annuali costanti nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi.

In caso di vendita dell’unità immobiliare sulla quale sono stati realizzati gli interventi, la detrazione non utilizzata (in tutto o in parte) viene trasferita per i rimanenti periodi d’imposta all’acquirente (persona fisica) dell’unità immobiliare, mentre, in caso di decesso dell’avente diritto, la fruizione del beneficio si trasmette all’erede “che conservi la detenzione materiale e diretta del bene”.

La modifica del 4° comma dell’art. 4 estende la detrazione fiscale del 55% “alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria”.

(per l’aumento della detrazione stabilito dal Decreto Sviluppo: “D.L. 83/2012: detrazione 50% per intervento di ristrutturazione edilizia e bonifico“)