Le prime banche

Se i primi effetti bancari conosciuti risalgono alla Cina dell’XI° secolo (http://www.questidenari.com/?p=630), le forme iniziali dei titoli di credito vennero utilizzate addirittura nell’antica città di Atene.

Già a partire dal IV° secolo A.C., mercanti, cambiavalute e facoltosi cittadini fecero leva sulla propria posizione economica e sociale per prestare servizi finanziari che, in tal modo, si svilupparono in parallelo all’attività principale, come estensione dei loro affari.

I banchieri-mercanti, realizzando la concentrazione del denaro in un unico luogo di deposito, poterono così organizzare i pagamenti tra le parti e prestare i valori non utilizzati dai proprietari, ovvero esercitare attività bancarie soggette a registrazione (su lettera di papiro dell’antico Egitto datata 5 maggio 257 A.C., ad esempio, come scriveva Python per aver finanziato un’operazione da 1000 dracme per l’acquisto di somari).

La fiducia che la gente era portata a riporre nel banchiere fu un elemento fondamentale per lo sviluppo dei fenomeni di accettazione delle banconote come denaro, e quindi per la loro circolazione: questo è tanto più vero se si pensa che nei secoli passati, quando il metallo scarseggiava in relazione alla forte domanda di monete, anche ai comuni cittadini venne data la possibilità di stampare banconote.

(per l’attività di prestito dei soldi esercitata dalla famiglia  dell’antica Roma degli Enobarbi-Domizi si legga http://www.questidenari.com/?p=2881)

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