Previsioni Euribor e Irs ad agosto 2014

Le diminuite aspettative inflazionistiche di breve termine, in assenza di variazioni sulle attese di medio-lungo che le TLTROs contribuiranno ad avvicinare all’obiettivo 2%, non hanno scalfito le linee guida della politica monetaria Bce, rimasta accomodante a tassi invariati anche per il mese di agosto (Refi 0,15%).

La decisione di giovedi, che ha confermato le relative previsioni, non ha creato particolari turbolenze sul Liffe dove gli operatori, già da diverse sedute, per le prime scadenze in scaletta si erano limitati a seguire l’andamento in leggerissima discesa del mercato interbancario: l’Euribor 3 mesi, sotto quota 0,21% da fine giugno, chiude a 0,203% in data 08/08/2014. Il trend manifestato dal costo del denaro scambiato tra banche, nel corso della settimana, può essere considerato un segnale significativo di stabilità del sistema nel corso di una settimana caratterizzata dall’erosione del “cuscinetto” di liquidità per circa 30 miliardi di euro.

Più movimentato, invece, il tratto a medio termine della curva dei tassi attesi dove la brusca caduta delle vendite al dettaglio nell’Eurozona a luglio, causata da Francia e Italia, ha prodotto limature fino a 8 centesimi nella seduta di mercoledi.

Passato giovedi senza cambiamenti significativi, l’8 agosto 2014 i tassi Euribor 3 mesi impliciti nei futures confermano che le quotazioni si discosteranno per pochi millesimi da quota 0,2% fino al termine dell’anno e raggiungeranno il minimo a metà giugno 2015 (0,185%). Sul tratto a medio termine, invece, si verifica uno scarto negativo sul dato a sette giorni che rimanda alle ultime settimane del 2018 il superamento di quota 1%.

Non giungono segnali di imminente risalita neppure dal fronte del tasso fisso.

A partire dalla seconda settimana di luglio, non essendo emerse dai verbali della Federal Reserve chiare indicazioni sul rialzo dei tassi prima di metà 2015, la correlazione tra Treasury e Bund si era sostanziata nell’abbassamento dei rendimenti per i titoli a reddito fisso. Il temuto fallimento del portoghese Banco Espirito Santo e gli inevitabili timori di contagio, poi, avevano riaperto la vecchia ferita tra Europa centrale e periferica e dato inizio ad un nuovo allargamento dello spread italiano: riemersa con evidenza l’avversione al rischio, il rendimento del Bund era tornato a puntare forte verso il basso e l’Irs 10 anni era sceso all’1,41% il 10 luglio.

La fase risk-off si era accentuata nei giorni successivi con l’abbattimento dell’aereo di linea nel corso del conflitto bellico in Ucraina e con i combattimenti nella striscia di Gaza: i fattori geopolitici, il peso dei quali è normalmente estemporaneo, avevano fatto scendere l’Irs 10Y all’1,34% (18 luglio) sulla scia di quel trend primario che trovava ancora manifestazione nella seconda metà di luglio, con l’unica eccezione della giornata di giovedi 24 caratterizzata dal buon dato flash Pmi composito (Irs 10 anni a 1,39%).

Infine, si erano confermati sempre numerosi gli acquisti su tutti i governativi anche dopo l’aumento a sorpresa del Pil II° trimestre Usa al 4% annualizzato e si era verificato il primo minimo storico di una serie continuativa che sul secondario conduceva il rendimento del Bund prima all’1,119% (Irs 1,32% il 29 luglio) e poi all’1,1%: si possono così considerare avverate quelle aspettative che, il mese passato, vedevano il principale parametro usato per l’indicizzazione dei mutui a tasso fisso avvicinarsi a quota 1,2% in concomitanza con l’intensificazione dei lavori preparatori per l’acquisto a titolo definitivo nel mercato dei titoli asset-backed (Abs) destinati ad implementare la trasmissione della politica monetaria.

Forse per i toni poco allegri della conferenza Bce, nel corso della quale Draghi ha preso atto della deludente condizione economica europea e dei ritardi sul cammino delle riforme strutturali, o forse perché i rischi geopolitici allungano i tempi del ritorno alla normalità con l’aggiungersi della crisi irachena e l’ombra di un nuovo intervento armato americano per ora limitato ai raid aerei, venerdi si conferma richiestissimo il titolo della Germania (rendimento 1,03% aiutato da scambi sottili, poi risalito a 1,05%) ai danni di Italia e Spagna come anche si mantiene prossimo a quota 150 il future sul decennale tedesco in un clima di palese fly-to-quality.

Con l’attenzione dei gestori puntata sulle sanzioni alla Russia e alle ripercussioni delle contromosse sull’economia europea, le previsioni del tasso Irs 10 anni, per le prossime settimane, sono confermate stabili o in lieve ribasso rispetto al fixing 1,3% dell’8 agosto 2014.

(per le prossime attese sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 22 agosto 2014“)

(per le attese del prossimo mese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a settembre 2014“)

 

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