Salgono i rendimenti di Cct 7 anni e Btp 3 anni, scendono i Btp 10 anni

Per volumi domandati pari circa ad una volta e mezzo i volumi offerti, le aste dei Titoli di Stato del 28 maggio 2010 sono da considerarsi soddisfacenti se valutate nell’ottica dello scetticismo con cui gli operatori di mercato vivono questa fase storica, caratterizzata dall’incertezza sulla tenuta del piano di aiuti da 440 miliardi di euro a favore dei Paesi in difficoltà che sarebbero sollevati dall’onere di rimborso debiti a mezzo emissione bond per i prossimi tre anni.

Nel dettaglio, i rendimenti lordi annui del Cct 7 anni a tasso variabile (cedola indicizzata al Bot semestrale + spread), del Btp 2% triennale e del Btp 4% decennale, contro i rispettivi rendimenti ultimi registrati, sono stati i seguenti

–        2,316% per Cct a scadenza 01/03/2017 (contro 1,63%)

–        2,347% per Btp a scadenza 01/06/2013 (contro 2,07%)

–        4,066% per Btp a scadenza 01/09/2020 (contro 4,09%).

A ulteriore conferma dell’emotività del momento, la notizia del giudizio declassato dall’agenzia Fitch sulla Spagna, abbassato di un livello da AAA ad AA+, ha propagato i suoi effetti anche sull’Italia, facendo risalire il rendimento del Btp decennale al 4,15% sul mercato secondario, ed allargando il differenziale col Bund tedesco fino a 147 centesimi.

Fonte: IlSole24Ore.com

(per l’asta Btp 10 anni del 29 luglio 2010 si veda: http://www.questidenari.com/?p=2799)

La pubblicazione dei conti dormienti 2009

Lunedi 31 maggio 2010 sarà disponibile per la consultazione all’indirizzo web del Ministero dell’Economia e delle Finanze http://www.mef.gov.it/depositi-dormienti/ l’elenco dei conti dormienti, in ordine a rapporti per i quali il requisito della dormienza si sia verificato nel corso dell’anno 2009 (e di cui si conoscono dati ancora parziali relativi al valore di assegni circolari e polizze vita).

Al fine di porre termine allo stato di dormienza, gli interessati potranno rivolgersi direttamente all’intermediario finanziario fino alla data di effettuazione del versamento al Fondo depositi dormienti; successivamente, gli interessati potranno richiedere la restituzione delle somme al Ministero dell’Economia e delle Finanze entro l’ordinario termine di prescrizione.

Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze

Milano (nerazzurra) milionaria. 100 milioni per l’Inter

Arrivano altri 16 milioni di euro, che probabilmente non saranno gli ultimi, nella stagione fortunata dell’Inter.

L’accordo tra Florentino Perez e Massimo Moratti ha superato il fraintendimento sulla penale della clausola di rescissione che impediva il passaggio dell’allenatore Josè Mourinho alla Casa Blanca prima del 2012: il Real Madrid verserà subito 8 milioni nelle casse della società milanese, e successivamente i rimanenti 8, anche se il presidente nerazzurro ha lasciato intendere che valuterà la possibilità di tramutare il saldo in una contropartita tecnica (fonte: Corriere.it).

L’uomo di Setubal potrà così vantarsi di essere riuscito ad aumentare il proprio stipendio, passato dagli 8 milioni di euro annui pagati dall’Inter ai 10 promessi da Perez, anche per via della tassazione spagnola – meno penalizzante di quella italiana – che porta a stimare in 16 milioni lordi il prossimo ingaggio di Mourinho.

Lo stipendio madridista dell’allenatore, pagato dal club calcistico col fatturato più alto al mondo negli ultimi cinque anni (oltre 400 milioni di euro dal bilancio 2009), arriverebbe così a superare di molto quello dei suoi ex dirigenti, fra cui il presidente Pirelli (più di 5,9 milioni di euro) Marco Tronchetti Provera, azionista e sponsor dell’Inter, e lo stesso Moratti (oltre 2,5 milioni lordi) in qualità di amministratore delegato Saras (fonte: IlSole24Ore.com).

Ma il connubio è stato florido per tutti. Il cammino completato in Champions League ha consentito all’Internazionale di incamerare dalla Uefa circa 40 milioni di euro derivanti da introiti commerciali, per diritti televisivi e sponsor, e di incassare 18 milioni dagli spettatori presenti alle partite (maturati principalmente nei due match col Barcellona ed in quello col Chelsea – sold out da 4 milioni di euro a incontro).

Per avere idea del giro d’affari con cui l’Uefa stipula contratti e raccoglie soldi prima di distribuire alle società in base a vari parametri, si consideri ad esempio che il “cancelletto” degli ottavi di finale Champions ha fruttato all’Inter circa 13 milioni di euro a titolo di premio per l’ammissione, e 3 milioni per il superamento del turno (fonte: Ilsole24Ore.com).

E ancora, la vittoria in Europa consentirà all’Inter di partecipare alla Supercoppa di Montecarlo e al mondiale per club di Abu Dhabi (introito complessivo minimo per 12 milioni di euro), e di incassare premi extra dagli sponsor (circa 6 milioni).

Aggiungendo infine 8 milioni per merchandising diretto e royalties nell’intera stagione, si arriva alla cifra di circa 100 milioni di euro (fonte: Gazzetta.it) che pone la questione dell’utilizzo della disponibilità di cassa tra le opportunità del mercato calciatori e la politica di risanamento del bilancio.

(per i ricavi dell’Inter nella stagione 2009/2010 si legga http://www.questidenari.com/?p=3668)

Salgono i rendimenti per Bot a 6 mesi e Ctz

Semaforo verde per i Bot semestrali collocati quest’oggi con l’asta del 26/05/2010.

La domanda buona, anche se inferiore al doppio dell’offerta, ha consentito l’assegnazione dei Bot 6 mesi a scadenza 30/11/2010 con rendimento semplice annuo lordo pari all’1,327% (oltre 0,5% rispetto all’asta precedente), calcolato per una durata di 183 giorni su base 360 (fonte del Dipartimento del Tesoro: http://www.dt.gov.it).

Ugualmente in salita il rendimento del Ctz 24 mesi a scadenza 30/04/2012, pari a 2,051% lordo.

Stacco dividendi del 24 maggio 2010 a Piazza Affari

Quest’oggi alcune tra le principali società quotate staccano il dividendo unitario (in euro) con il relativo yield percentuale calcolato in base al prezzo di riferimento del 21 maggio (Fonte: Soldionline.it):

Lo scorso 18 maggio, Monte dei Paschi di Siena ha staccato dividendo pari ad euro 0,013 e yield dell’1,01% calcolato sul prezzo di riferimento del 15/05/2010.

(per il bilancio al 31 dicembre 2010 di Fondiaria Sai si legga http://www.questidenari.com/?p=4005)

L’esposizione delle banche italiane al rischio emittente dei PIGS

Meno di due anni fa, all’indomani dello scandalo Lehman Brothers, gli Stati e gli organismi finanziari sovranazionali reagirono alla condizione di scarsa liquidità venutasi a determinare nel sistema finanziario predisponendo misure a sostegno dell’economia. In Italia si dette il via ai c.d. Tremonti bond, titoli obbligazionari bancari che, una volta sottoscritti dal Ministero dell’Economia, avrebbero rafforzato il capitale di vigilanza degli istituti di credito al fine di rendere più agevole l’erogazione dei prestiti ai richiedenti.

Al momento, sia pure in maniera marginale e non generalizzata, si assiste ad un aggravamento della situazione: ad entrare in crisi è lo stesso Stato sovrano, incapace di produrre reddito a sufficienza, e di conseguenza la banca che, in ottemperanza ai dettami fissati da Basilea2, ha rafforzato il proprio patrimonio inserendo in portafoglio la “sicurezza” dei titoli di Stato (fonte: IlSole24Ore.com).

E la liquidità utilizzata dalle banche per acquistare bond governativi è stata attinta dalla Bce, secondo un meccanismo che ha permesso agli istituti di finanziarsi a breve termine all’1% ed investire a lungo termine a tassi almeno 3 volte maggiori – a ben vedere, si tratta di una logica per taluni aspetti simile a quella che innescò la crisi americana dei subprime, quando le banche, rifornite di denaro a costo limitato, finanziarono l’acquisto della casa da parte di tanti privati fino allo scoppio della bolla immobiliare.

Con riferimento all’attuale scenario nostrano, per i primi dieci gruppi bancari italiani le attività finanziarie sono costituite al 54% da titoli di debito (fra cui i titoli di Stato, pari a circa 1/3 del totale investito, oltre ad obbligazioni bancarie e societarie), al 31,5% da derivati a scopo speculativo, e al 10% da azioni e quote di fondi comuni d’investimento.

In termini di miliardi di euro, secondo dati parziali, i portafogli delle maggiori banche italiane contengono titoli PIGS – ovvero titoli del debito pubblico emessi da Paesi periferici a rischio nella zona Euro – nella seguente misura modesta, ma soggetta a successivi aggiornamenti: Unicredit (1,6), Intesa Sanpaolo (1,1), Mediobanca (0,4), Monte dei Paschi di Siena (0,35), Banco Popolare (0,24).

Fonte: IlSole24Ore.com

(articolo correlato: http://www.questidenari.com/?p=2689)

(per il bilancio 2010, per il 1° bilancio trimestrale 2011 ed il pagamento a maggio dei dividendi di Unicredit si legga http://www.questidenari.com/?p=4199)