Bond Enel 2010-2016: le obbligazioni a tasso fisso rendono il 3.50% lordo, quelle a tasso variabile pagheranno 1.69% ad agosto

Lotto minimo per tutti, stesso spread dello 0,73% da aggiungere ai tassi base e stessa data di emissione e godimento al 26/02/2010, nonché uguale scadenza 26/02/2016 e rating.

Questi i punti in comune alle due tranche di obbligazioni Enel a durata 6 anni, a tasso fisso e tasso variabile (http://www.questidenari.com/?tag=bond-enel-2016).

I richiedenti il tasso fisso, circa il 67% degli oltre 374mila sottoscrittori che si spartiranno € 2 miliardi di offerta, riceveranno obbligazioni emesse al 99,89% del loro valore nominale. La valutazione del prezzo, associata al tasso mid swap a 6 anni (2,79%) sommato ai 73 punti base di margine, fissa il tasso di interesse nominale annuo lordo al 3,50%. La cedola posticipata annua pagherà il 3,52% annuo lordo.

I rimanenti sottoscrittori dell’offerta da 1 miliardo di euro a tasso variabile, invece, riceveranno obbligazioni emesse alla pari che, considerato l’attuale Euribor semestrale 360 giorni a 0,963% da sommare al margine di 73 basis points, hanno tasso nominale annuo pari all’1,693%. La cedola è posticipata semestrale (prima cedola: 26 agosto 2010).

Le agenzie di rating, e le rispettive valutazioni espresse in merito ad entrambe le emissioni obbligazionarie, sono le seguenti

–        Fitch: A

–        Moody’s: A2

–        Standard and Poor’s: A-

Fonti: Comunicato Stampa del 24.02.2010 dal sito web enel.it – Comunicato Stampa del 25.02.2010 dal sito web enel.it

(per l’emissione di obbligazioni Mediolanum deliberata a marzo 2011, si veda http://www.questidenari.com/?p=3781)

(per la successiva emissione di obbligazioni Enel a tasso fisso e variabile, durata 2012-2018, si legga “Obbligazioni Enel 2012-2018: tasso fisso sopra il mid-swap 6 anni e tasso variabile sopra l’Euribor 6 mesi”)

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Ubi Banca offre il nuovo bond 2013 a tasso variabile

Ubi Banca si accinge ad emettere un bond di durata triennale, a scadenza 5 marzo 2013, per l’importo di 700 milioni di euro (fonte Reuters).

Il titolo obbligazionario a tasso variabile, col prezzo fissato a 99,762 e la cedola 65 basis points sopra l’Euribor a 3 mesi, farebbe salire il rendimento a quota 0,73% sopra l’Euribor trimestrale – al 24 febbraio 2010 pari a 0,659%.

L’emittente, che ha incaricato Banca Imi, Bank of America, Merrill Lynch e Natixis in merito all’organizzazione del collocamento, è associata al rating A1 per Moody’s, A per S&P’s e A+ per Fitch, tutti con outlook stabile.

Il sonno dell’Euribor genera aspettative al ribasso

Ricordate cosa accadde ai tassi di mercato dopo il fallimento Lehman Brothers? Il loro livello aumentò considerevolmente a 5 punti percentuali, segnando il sussulto di tutto un sistema che pareva destinato a collassare.

A poco più di un anno di distanza, invece, le notizie sui conti della Grecia non spostano di una virgola i valori dell’Euribor ad una qualsiasi scadenza, ben ancorato ai propri minimi storici già da qualche settimana.

La differenza tra lo scenario di ieri e quello di oggi è rappresentata, ovviamente, dall’enorme volume di liquidità che le banche centrali hanno iniettato nel sistema finanziario, e che induce gli operatori ad esprimere attese addirittura in calo in virtù dell’affidamento sulle operazioni di soccorso ai Paesi in difficoltà. Ad esempio, con riferimento all’Euribor a 3 mesi quest’oggi 23/02/2010 fissato allo 0.661%, i tassi impliciti del future sull’Euribor trimestrale alle scadenze di marzo, giugno e settembre 2010 indicano rispettivamente 0.67%, 0.84% e 1.06% (le previsioni complete dalla fonte IlSole24Ore).

E se questa è la spiegazione principale dell’andamento dei tassi interbancari, l’attenzione si sposta sulle manovre di riassorbimento della liquidità (exit strategy) che prima o poi saranno avviate dalla Bce.

Davide con la testa di Golia: il pentimento di Caravaggio

Dipinto nel 1610 ed oggi appartenente alla Galleria Borghese di Roma, forse il “Davide con la testa di Golia” entrò a far parte della trattativa per l’ottenimento della grazia: così troverebbe motivazione la grossa somma di denaro versata a titolo di cauzione da Michelangelo Merisi al fine di sottrarsi all’arresto per errore, recuperare l’opera tra i bagagli dell’imbarcazione che lo aveva condotto da Napoli alle coste laziali, e destinare la stessa opera al cardinale Scipione Borghese.

Di sicuro ultima grande manifestazione della potenza espressiva di Caravaggio diretto a Porto Ercole dove troverà la morte, il dipinto sintetizza molte delle caratteristiche già apprezzate del Maestro milanese, e nel contempo si presta ad una profonda interpretazione psicologica non propriamente agevole.

Sono presenti la luce che investe trasversalmente ed essenzializza il corpo del giustiziere (http://www.questidenari.com/?tag=luminismo-caravaggesco) emerso dall’ombra, la mancanza di uno sfondo, il simbolo negativo di Golia che assume i lineamenti di Caravaggio, sfigurato ed orrido nella rappresentazione realistica del macabro trofeo.

Ad una prima osservazione del dipinto, l’attenzione si sofferma sulla testa dello sconfitto con gli occhi strabici e fuori dalle orbite, la bocca spalancata e la ferita sulla fronte che riconducono alle comprensibili ansie patite dal pittore per la condanna a morte inflittagli dal papa, e che già aleggiavano nell’atmosfera cupa delle precedenti opere (http://www.questidenari.com/?p=2181), o addirittura si collegano ai ripetuti ferimenti per il riconoscimento e le aggressioni subìte dalle guardie e dai sicari.

Eppure, un’ulteriore e più approfondita lettura fanno riflettere sul vero fulcro della rappresentazione rintracciabile nell’espressione del volto di Davide, un giovane che non appare orgoglioso o iracondo ma triste e pacato, intento nella pia esecuzione di un volere superiore, demandato ad un incarico più grande della sua grandezza interiore vincente sulla forza fisica del gigante.

Caravaggio si offre ai propri giudici e giustizieri nell’atto di riconoscere il proprio errore ed accettare la volontà della giustizia terrena, da cui si congeda preannunciando la propria fine.

Anch’esso di attribuzione certa (http://www.questidenari.com/?tag=scuderie-quirinale), il “Davide con la testa di Golia” può essere ammirato a Roma presso le Scuderie del Quirinale.

Emissioni Enel 2010-2016: due osservazioni dopo la chiusura dell’offerta e prima del riparto

La cifra record per l’Italia pari a 14 miliardi di euro di richieste, ovvero oltre 4 volte l’offerta di obbligazioni Enel a scadenza 2016 (http://www.questidenari.com/?tag=bond-enel-2016), non può non far emergere alcune considerazioni.

Partendo dai numeri disponibili ieri secondo cui il 70% circa della richiesta si è indirizzata verso il tasso fisso (fonte: Finanza e Mercati de IlSole24Ore, edizione del 20/02/2010), e combinandoli con le altre informazioni sulla domanda esuberante che appiattisce lo spread, si finisce per ottenere la poco esaltante deduzione che il rendimento percepito dalla maggior parte degli investitori richiedenti non sarà poi così elevato.

E soprattutto, anche se il rendimento della tranche a tasso fisso si dimostrerà più appetibile del tasso di un Btp di egual durata, al piccolo risparmiatore andrà assegnata – in valore assoluto – una quota di obbligazioni equivalente al lotto minimo di 2.000 euro sommato ad 1/5 circa dell’ammontare richiesto. Buono in ottica di diversificazione del portafoglio, ma insufficiente per le ambizioni di guadagno della clientela retail a cui l’Enel si è rivolta.

La seconda considerazione è che molte persone, veramente tante come si è detto, hanno acquistato un titolo senza sapere con esattezza a cosa fosse parametrato il tasso d’interesse (cfr. midswap), oltre ad aver operato una scelta con idee approssimative sulla quantificazione dello spread, valore disponibile solo al termine dell’offerta. Come a dire: compro un marchio, una garanzia.

Venerdi prossimo 26 febbraio le fonti ufficiali chiariranno i punti in sospeso.

Bernanke aumenta il tasso di sconto allo 0.75%, ma non si sente fuori dalla crisi

Si tratta solo di una manovra di normalizzazione della politica monetaria, secondo cui un aumento degli spread e un accorciamento delle durate indurrebbero le istituzioni a fare ricorso ai fondi dei privati. Nessun cambiamento per le prospettive economiche o per la politica monetaria; i tassi rimarranno bassi per un lungo periodo di tempo.

Così Ben Bernanke ha motivato l’aumento del tasso di sconto statunitense di 25 basis points che fa salire il costo del denaro per le banche USA dallo 0,5% allo 0,75% (fonte IlSole24Ore).

Nel vecchio continente le variabili da tenere sott’occhio sono più di una: forse questa mossa attesa non cambia di molto lo scenario, ma certo ammonirà Trichet e soci sui tempi della stretta creditizia, non più biblici.

Intanto la risposta immediata del cambio, col dollaro che manda l’euro sotto quota 1,35. Occhio alle quotazioni delle materie prime (http://www.questidenari.com/?p=1829).