Le prime banche

Se i primi effetti bancari conosciuti risalgono alla Cina dell’XI° secolo (http://www.questidenari.com/?p=630), le forme iniziali dei titoli di credito vennero utilizzate addirittura nell’antica città di Atene.

Già a partire dal IV° secolo A.C., mercanti, cambiavalute e facoltosi cittadini fecero leva sulla propria posizione economica e sociale per prestare servizi finanziari che, in tal modo, si svilupparono in parallelo all’attività principale, come estensione dei loro affari.

I banchieri-mercanti, realizzando la concentrazione del denaro in un unico luogo di deposito, poterono così organizzare i pagamenti tra le parti e prestare i valori non utilizzati dai proprietari, ovvero esercitare attività bancarie soggette a registrazione (su lettera di papiro dell’antico Egitto datata 5 maggio 257 A.C., ad esempio, come scriveva Python per aver finanziato un’operazione da 1000 dracme per l’acquisto di somari).

La fiducia che la gente era portata a riporre nel banchiere fu un elemento fondamentale per lo sviluppo dei fenomeni di accettazione delle banconote come denaro, e quindi per la loro circolazione: questo è tanto più vero se si pensa che nei secoli passati, quando il metallo scarseggiava in relazione alla forte domanda di monete, anche ai comuni cittadini venne data la possibilità di stampare banconote.

(per l’attività di prestito dei soldi esercitata dalla famiglia  dell’antica Roma degli Enobarbi-Domizi si legga http://www.questidenari.com/?p=2881)

Dove vanno i tassi

 

La risalita dell’Euribor, dopo otto mesi di ribassi, è ormai un evento che ci obbliga a riflettere se sul fronte tassi sta per accadere qualcosa di sostanzialmente nuovo.

Forse solo per questioni emozionali, le paure sull’eccesso di liquidità del sistema finanziario inducono a pensare che i consumatori possessori di moneta acquisterebbero beni sospingendo così i prezzi nel vortice della dinamica inflativa; e sempre solo perché ci piacerebbe immaginare l’economia al galoppo, i segnali di ripresa manifestati da alcuni settori ormai non possono più essere ignorati. L’interrogativo principale, tuttavia, riguarda l’intensità di questa ripresa, perché ad oggi nessuno è in grado di comprendere se al prossimo inverno si potrà parlare di fine della recessione o di qualche fiammata illusoria.

D’altro canto, la Bce potrebbe anche cambiare idea sull’attuale livello minimo del tasso base, lasciandolo inalterato diversamente dai contenuti delle ultime dichiarazioni di Trichet sul possibile ritocco al ribasso: e i mercati finanziari, al solito, fanno tesoro dei rumors e anticipano.

Nella babele di segnali contraddittori, inseriamo pure la politica Bce sull’acquisto dei covered bond (http://www.questidenari.com/?p=591), la cui dibattuta realizzazione potrebbe avvenire attraverso un’operazione di sterilizzazione atta a mantenere inalterata la quantità di moneta circolante nel sistema finanziario, e conseguenti riflessi sui tassi. Se aggiungiamo pure i dubbi sulle modalità di realizzazione di detta operazione sterilizzata, che potrebbe comportare lo smobilizzo di titoli di Stato dal bilancio Bce, allora il quadro è completo.

Quale ciclo monetario? – 1

Forse l’interrogativo è retorico, dà troppa importanza ad un argomento che non divide più di tanto i cultori della disciplina.

La frase più giusta che ho ascoltato in merito venne pronunciata dal prof. Roberto Bizzarri in occasione del commento iniziale con cui (ci) volle esporre gli indicatori più comunemente usati nell’analisi di bilancio, quando disse che solo il ROS può considerarsi efficacemente rappresentativo della salute aziendale perché, a differenza di tanti altri, paragona due grandezze che sono legate allo stesso ambito temporale (l’esercizio) e sono tratte da uno stesso prospetto (il conto economico).

Come a dire: i restanti indicatori, più che brillare di luce propria, sono rappresentativi della gestione perché ce li facciamo sembrare noi.

Sul concetto di ciclo monetario, invece, non vi è alcun dubbio: l’azienda (manifatturiera) acquista le materie prime, poi le trasforma in prodotti finiti che immagazzina, infine vende. Dal momento iniziale del pagamento ai fornitori, fino a quello finale dell’incasso dai clienti, l’azienda anticipa tutta una serie di pagamenti per materiali, servizi, operai, magazzino, etc, e tanto più si allunga ciascuna fase del processo produttivo-distributivo, tanto più l’azienda avrà bisogno di qualcuno che la finanzia (i soci, le banche, essa stessa, etc).

Ebbene, la misurazione del ciclo monetario dovrebbe rappresentare la quantificazione di detto periodo espressa in termini di giorni, ovvero un “termometro” con cui l’impresa si misura il grado di dipendenza da qualcun altro in un certo istante (o da sé stessa, se in passato ha prodotto flussi finanziari ancora disponibili).

(continua http://www.questidenari.com/?p=658)

Perché impugnare la cartella esattoriale

Nel caso in cui non fosse stato possibile produrre la documentazione idonea ad ottenere lo sgravio della cartella esattoriale nei modi previsti (http://www.questidenari.com/?p=556), rimane al contribuente la via del ricorso da proporsi presso la commissione tributaria provinciale oppure, a seconda dell’ente creditore, presso il giudice di pace – entro 30 giorni dalla notifica, per quanto concerne i debiti ascritti a seguito di sanzioni comminate per infrazioni al codice della strada.

Per quanto concerne i debiti tributari, il ricorso va prodotto entro 60 giorni sia alla commissione che all’ente che ha emesso il ruolo (generalmente: agenzia delle entrate).

Il ricorso va prodotto in plico senza essere imbustato con i relativi allegati, e può essere presentato a mano oppure spedito.

E’ fondamentale tenere presente che sulla cartella esattoriale deve essere riportato il nominativo del funzionario delegato, altrimenti la stessa è impugnabile per vizio di forma.

Si ricorda al contribuente che la sospensione della cartella esattoriale andrebbe richiesta generalmente al momento dell’istituzione del contenzioso, altrimenti l’ADR (agente della riscossione) è legittimato a richiedere il pagamento della stessa con le problematiche che ne conseguono; infatti, il mancato pagamento comporterebbe l’iscrizione del fermo amministrativo sugli autoveicoli e automezzi, la trascrizione di ipoteca e l’eventuale pignoramento immobiliare.

Per questi motivi si ribadisce l’importanza della contemporaneità della sospensiva della cartella esattoriale con la presentazione del ricorso, in quanto le operazioni sopra descritte, in un secondo tempo, comportano spese di cui il contribuente dovrà farsi carico per la presentazione della sospensiva, salvo rivalersi in sede di giudizio.

Il fermo amministrativo è cancellato al momento del pagamento della prima rata dell’eventuale rateazione.

In caso di pignoramento, il contribuente che presenta la richiesta di rateazione dovrà versare con la prima rata tutti i costi sostenuti per la procedura.

Per quanto concerne il contenzioso, si fa presente che per importi dovuti sino a un certo limite il contribuente può presentarsi in prima persona a difendere le proprie ragioni, per somme più elevate il contribuente dovrà necessariamente fare ricorso ad un professionista abilitato.

La sentenza emessa dalle varie commissioni può essere impugnata dalla parte soccombente – sia che si tratti dell’amministrazione pubblica che del contribuente – presso la commissione regionale (sempre facendo riferimento al luogo di residenza o sede legale dell’eventuale soggetto giuridico).

I termini vanno da quello “breve”, ossia quando una delle parti indifferentemente notifica la sentenza all’altra, al termine “lungo” quando non sono ancora trascorsi 13 mesi dal deposito della sentenza – a quel punto, se la sentenza non è impugnata, essa diviene definitiva.

Ulteriore grado del contenzioso è il ricorso alla Corte di Cassazione – sezione tributaria – che giudica nel merito ed eventualmente rimanda il giudizio alla commissione regionale per un ulteriore dibattimento.

Si ricorda che il maggior numero delle cartelle esattoriali viene emesso per mancato pagamento delle imposte oppure per gli accertamenti emessi ai sensi degli artt. 36 bis e 36 ter.

PROSSIMO ARTICOLO: gli accertamenti (http://www.questidenari.com/?p=708)

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Monete di carta

 

La necessità di muovere grandi quantità di monete scambiate nei traffici commerciali, e al tempo stesso le difficoltà incontrate nel reperimento dei metalli in alcune aree geografiche, indussero le popolazioni di fine I° millennio ad individuare nella carta una valida alternativa alla monetazione.

Considerata come un modo pratico per custodire e trasferire denaro (http://www.questidenari.com/?p=602), la carta moneta – la cui prima emissione si deve alla Cina dell’XI° secolo – venne consegnata dalle banche locali ai mercanti per liberarli dalle pesanti monete di ferro.

In cambio, la consegna materiale delle monete ufficialmente emesse dal Governo Imperiale conferì diritto all’ottenimento della ricevuta cartacea – che circolava in loro sostituzione – originando così i primi effetti bancari.

Communication and cost classification – 2

 

When is a company allowed to eliminate costs?

If a manager decides to fire an inefficient worker, collective bargaining will inhibit his will; if economic outlook shows that a business line doesn’t provide goods for a relevant market share, managers won’t be allowed to eliminate the relative machineries, because strategic decisions are unchangeable in the short term: these all are clear examples of sunk costs.

Sunk costs are often related to evaluation of external costs due to purchases for outsourcing policy (http://www.questidenari.com/?p=218), and everybody understands easily that manufacturing a product is cheaper than buying (“make or buy” decisions). So, what about increasing external variable costs after having cut (a minimal percentage of) internal fixed and variable costs?

No written rules for all these questions. A clever controller, before creating an effective cost accounting system (http://www.questidenari.com/?p=611), must be a good communicator, because he has to talk to every person working in his company, blue collar or white collar: that’s the only way to know and assess costs, and the first step for an accurate analysis.