Asta Ctz, BTP€i 10 anni e BTP€i 30 anni del 25 settembre 2014

Con regolamento 30 settembre 2014 e sistema di collocamento dell’asta marginale, il MEF ha disposto per giovedi 25 settembre 2014 l’emissione dei Certificati di credito del Tesoro “Zero coupon”, dei Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione dell’Area Euro decennali e dei BTP€i 30 anni.

I Ctz (ISIN IT0005044976, emissione 29 agosto 2014, scadenza 30 agosto 2016) sono offerti in terza tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2,25 miliardi di euro ad un massimo di 2,75 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari allo 0,326% nell’asta dello scorso 26 agosto.

Nella mattinata di giovedi i Ctz 24 mesi, assegnati per l’importo massimo offerto (rapporto di copertura 1,73 derivante da richieste per oltre 4,756 miliardi di euro), hanno fatto segnare rendimento lordo in salita allo 0,385% e prezzo di aggiudicazione pari a 99,266.

I seguenti titoli sono offerti per ammontare nominale complessivo dell’emissione da un minimo di 1 miliardo di euro ad un massimo di 1,5 miliardi di euro.

I BTP€i 10 anni (ISIN IT0005004426, decorrenza 15 marzo 2014, scadenza 15 settembre 2024, cedola al tasso d’interesse reale 2,35% annuo, data pagamento cedola 15 marzo 2015, giorni dietimi 15) sono offerti in sesta tranche ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari all’1,62% nell’asta dello scorso 25 giugno.

I BTP€i decennali, nella mattinata di giovedi, hanno fatto segnare rendimento lordo in discesa all’1,16%, prezzo di aggiudicazione 111,17 e rapporto di copertura 1,81 derivante da richieste per quasi 1,749 miliardi di euro (assegnato un importo inferiore a 966 milioni di euro).

I BTP€i 30 anni (ISIN IT0004545890, decorrenza 15 settembre 2009, scadenza 15 settembre 2041, cedola al tasso d’interesse reale 2,55% annuo, data pagamento cedola 15 marzo 2015, giorni dietimi 15) sono offerti in dodicesima tranche ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari al 2,58% nell’asta del 27 ottobre 2010.

I BTP€i trentennali, nella mattinata di giovedi, hanno fatto segnare rendimento lordo in discesa al 2,12%, prezzo di aggiudicazione 108,93 e rapporto di copertura 2,81 derivante da richieste per oltre 1,397 miliardi di euro (assegnato un importo superiore a 497 milioni di euro).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Ctz e dei BTP€i 10 anni: “Asta Ctz, BTP€i 10 anni e BTP€i 15 anni del 28 ottobre 2014”)

(per la prossima asta dei BTP€i 30 anni: “Asta Ctz, BTP€i 5 anni e BTP€i 30 anni del 27 gennaio 2015”)

Previsioni Euribor 3 mesi del 19 settembre 2014

Non accadeva dall’ultimo 24 luglio che l’Euribor 3 mesi subisse una variazione al rialzo e, proprio come allora, l’increspatura di mercoledi scorso ha assunto la dimensione minima di un millesimo.

Se nella prima metà della settimana i tassi future non avevano subito cambiamenti dopo la lettura dell’indice Zew, in calo a settembre a causa della deludente attività economica europea, né dopo la rivisitazione al rialzo (+0,1% su base annua) del tasso di inflazione nella zona euro ad agosto, giovedi la curva delle attese ha aumentato la pendenza a partire da metà 2017 con variazioni fino ad oltre nove centesimi.

Decisive le notizie sulla futura stretta monetaria in America del nord: la Federal Reserve, attraverso le parole della governatrice Yellen, ha dichiarato di assumere atteggiamento adattivo alle condizioni macroeconomiche, recepite positivamente dai mercati, pur rassicurando sull’entità considerevole del periodo di tempo ancora mancante per dare inizio alla nuova manovra. Nella stessa giornata di giovedi, complici l’invarianza del fixing Euribor 3 mesi stabile sulla quotazione di fine settimana scorsa e l’ammontare di liquidità richiesta sotto le attese per la prima tranche Tltro con cui le banche europee dovrebbero finanziare l’economia reale, il tratto iniziale della curva dei tassi previsti è rimasto immutato.

In data 19/09/2014, quando l’Euribor 3 mesi torna a 0,083% per la discesa dell’eccesso di liquidità nel sistema a 90 miliardi di euro e per un simbolico ridimensionamento delle aspettative in chiave Tltro, è attesa sul Liffe quota 0,08% per metà dicembre prossimo. Minimo 0,07% alla fine del primo trimestre 2015, comunque superiore al Refi. Rimane confermato il raggiungimento della soglia 1% poco prima di metà 2019 grazie al riassorbimento completo delle increspature sul tratto a medio termine.

Sempre venerdi 19 viene fissato in risalita anche l’Euribor 1 mese a 0,008%; rimangono fermi a 0,187% e 0,347% i tassi alle scadenze 6 e 12 mesi (fonte dati: Aritma).

Ancora negativi i tassi sul brevissimo fino a giovedi, come accade da molte sedute, mentre in settimana è tornato positivo l’Eonia.

Giovedi depositi giornalieri usati per 20 miliardi di euro e conti correnti presso Bce pari a 171 mld.

Mercoledi prossimo saranno restituiti volontariamente quasi 20 miliardi di euro provenienti dalle Ltro 2011 e 2012: la cifra sopra la media dei rimborsi effettuati, ovviamente, è indicativa del grado di sostituzione del denaro con la nuova liquidità Tltro.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 26 settembre 2014“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 12 settembre 2014

Come era stato illustrato la settimana scorsa, le recenti manovre di politica monetaria spingono sempre più in territorio negativo i tassi interbancari sul brevissimo, così fissati col segno meno per ciascuna seduta fino a giovedi. L’Eonia è sceso a -0,024%.

Stesso andamento in deciso ribasso anche per le altre scadenze nel corso dell’intera settimana: abbattuto vicino allo zero l’Euribor 1 mese (0,006%) e sempre sotto lo 0,1% l’Euribor 3 mesi, fissato a 0,082% il 12/09/2014. Chiudono a 0,187% e 0,349%, rispettivamente, l’Euribor 6 e 12 mesi (fonte dati: Aritma) nonostante la riduzione dell’eccesso di liquidità nel sistema causata dal rimborso volontario di oltre 9 miliardi di euro, ricevuti dalle banche commerciali con le vecchie operazioni triennali e prossimamente sostituiti a tasso più conveniente dal denaro della prima Tltro.

Nelle prime tre giornate della settimana gli operatori del Liffe hanno confermato il minimo a metà marzo 2015 e poi, per la stessa scadenza, vedono l’Euribor 3 mesi allo 0,075% venerdi, quando ne rendono più graduale l’avvicinamento in forza di quotazioni decrescenti sull’interbancario.

Il 12 settembre 2014, quando Eurostat comunica la risalita della produzione industriale nell’eurozona a luglio dell’1% e i tassi impliciti nei derivati sul tasso Euribor 3 mesi subiscono increspature fino a nove centesimi sul tratto a medio termine della curva, è indicato il superamento di quota 0,3% per marzo 2017. Sul tratto piatto iniziale: quota 0,085% per metà dicembre prossimo.

Mercoledi scorso, nel primo giorno del nuovo periodo di mantenimento della riserva obbligatoria caratterizzato dal tasso imposto -0,2%, i depositi overnight sono stati usati per 20 miliardi di euro ed i conti correnti presso Bce per 183 mld. Se si sperimenta il paragone puntuale con i periodi di aprile e maggio (tasso 0%) e con i periodi da giugno ad agosto (tasso -0,1%), si nota che il volume dei depositi – piuttosto stabile – è scarsamente correlato all’eccesso di liquidità nel sistema e non risente dell’applicazione della penalità crescente nel tempo. Il totale dei depositi e conti correnti, in aumento tendenziale nel corso del periodo osservato ad eccezione dell’ultima rilevazione caratterizzata da minore liquidità, lascia concludere sulla dubbia efficacia della misura ai fini dello svuotamento dei forzieri Eurotower che dovrebbe avvantaggiare l’economia reale.

Annunciate restituzioni Ltro 2011 e 2012 per mercoledi prossimo poco sotto i 6 miliardi di euro.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 19 settembre 2014“)

 

Circolare N. 6/E dell’11 marzo 2014 – redditometro e protezione dei dati personali: spese per elettrodomestici e arredi, fitto figurativo

(continua da “Circolare N. 6/E dell’11 marzo 2014 – redditometro e protezione dei dati personali: utilizzabilità delle medie Istat per il calcolo delle spese, famiglia fiscale e famiglia anagrafica”)

L’Agenzia delle Entrate ritiene che anche le spese per elettrodomestici, arredi ed altri beni e servizi per la casa, concorrano alla ricostruzione sintetica del reddito esclusivamente in presenza di importi corrisposti per spese effettivamente risultanti dai dati disponibili in anagrafe tributaria.

In ultimo, il Garante ha stabilito che il “fitto figurativo” (spesa assegnata se non risulta per il contribuente e per gli altri componenti del nucleo familiare, nel comune di residenza, alcuna delle tre tipologie di possesso fra proprietà o altro diritto reale, locazione o leasing immobiliare, uso gratuito) viene attribuito al contribuente solo dopo la fase di selezione dello stesso.

Considerato che l’ammontare corrispondente al “fitto figurativo” comprende tutte le altre spese connesse al mantenimento dell’abitazione, nel caso di una diversa condizione abitativa rappresentata in sede di contraddittorio dal contribuente, è necessario non tenerne conto e determinare correttamente le “spese per elementi certi” (manutenzione ordinaria, acqua e condominio) connesse alle caratteristiche dell’immobile a disposizione.

Se il contribuente non chiarisce la propria posizione ovvero non si presenta al contraddittorio, il “fitto figurativo” concorre alla determinazione del maggior reddito accertabile.

Ulteriori approfondimenti sulla circolare n. 6/E dell’11 marzo 2014 dalla fonte dell’Agenzia delle Entrate.

Asta 11 settembre 2014: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 15 anni

Per giovedi 11 settembre 2014, in asta marginale e con regolamento 15 settembre 2014, il MEF ha disposto l’emissione dei titoli di Stato relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali triennali, ai Btp 7 anni e ai Btp 15 anni.

I Btp 3 anni (ISIN IT0005023459, emissione 15/05/2014, scadenza 15/05/2017, tasso d’interesse annuo lordo 1,15%, data pagamento cedola 15 novembre 2014, giorni dietimi 123) sono offerti in settima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo dello 0,84% nell’asta dello scorso 11 luglio.

Nella mattinata di giovedi i Btp triennali hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al minimo storico dello 0,52%, prezzo di aggiudicazione 101,68 e rapporto di copertura 1,66 derivante da richieste per quasi 4,078 miliardi di euro (assegnato un importo superiore a 2,457 miliardi di euro).

I Btp 7 anni (ISIN IT0005028003, emissione 15 giugno 2014, scadenza 15 dicembre 2021, tasso d’interesse annuo lordo 2,15%, data pagamento cedola 15 dicembre 2014, giorni dietimi 92) sono offerti in quinta tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 2,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 2,17% nell’asta dello scorso 11 luglio.

Nella mattinata di giovedi i Btp 7 anni hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al minimo storico dell’1,71%, prezzo di aggiudicazione 103,01 e rapporto di copertura 1,46 derivante da richieste per oltre 3,659 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 15 anni (ISIN IT0005024234, emissione 1° marzo 2014, scadenza 1° marzo 2030, tasso d’interesse annuo lordo 3,5%, data pagamento cedola 1° marzo 2015, giorni dietimi 14) sono offerti in quarta tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 1 miliardo di euro ad un massimo di 2 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento annuo lordo del 3,44% nell’asta dello scorso 11 luglio.

Nella mattinata di giovedi i Btp 15 anni hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al minimo storico del 3,03%, prezzo di aggiudicazione 106,00 e rapporto di copertura 1,64 derivante da richieste per oltre 3,284 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Btp triennali e dei Btp 7 anni: “Asta 13 ottobre 2014: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 30 anni”)

(per la prossima asta del Btp 15 anni: “Asta 13 novembre 2014: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 15 anni”)

Previsioni Euribor e Irs a settembre 2014

A sorpresa per la maggior parte degli operatori di mercato, dopo l’esplicitazione di un consenso non unanime degli appartenenti al consiglio direttivo, giovedi la Bce ha tagliato per dieci punti base tutti i tassi di interesse in vigore dal prossimo 10 settembre 2014: il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali passa al nuovo minimo storico 0,05% (soglia minima tecnica, a detta di Draghi), il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale a 0,3% ed il tasso sui depositi a -0,2%. Sono stati immediatamente adeguati i tassi future a Londra, dove l’Euribor 3 mesi è stato ritoccato fino a 5 centesimi per le scadenze entro metà dell’anno prossimo, la moneta unica si è portata al livello più basso sul dollaro negli ultimi 14 mesi e lo spread Btp-Bund è sceso a quota 1,38% (nel corso della stessa giornata: nuovo minimo record del decennale italiano a 2,3%).

Meno sorprendente l’annuncio relativo all’acquisto di titoli asset backed securities (semplici e trasparenti, il cui sottostante è costituito da crediti nel settore privato non finanziario dell’area euro) e covered bond (denominati in euro ed emessi da istituzioni finanziare monetarie domiciliate nell’area euro) a partire da ottobre 2014. I fini diretti sono noti: rimpiazzare i crediti illiquidi ad alto rating delle banche verso imprese e consumatori, trasferendone i rischi alla Bce, significa rafforzare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria e sostenere l’offerta di credito indirizzato a famiglie e aziende.

E se ancora tutto ciò non bastasse a stimolare la sempre più asfittica ripresa economica per poi risollevare l’inflazione nella zona euro, comunque sempre sotto controllo nella prospettiva di medio termine, la discussione in sede Eurotower è aperta sul tema Quantitative Easing, che Draghi ha precisato essere riferito non solo ai titoli di debito sovrano ma anche alle obbligazioni private, orientato al credit easing e troppo difficile da definire in termini di volume. Quando sarà realizzata (se mai lo sarà) quest’ultima parte del programma di politica monetaria, allora spetterà unicamente ai Paesi membri agire di concerto con la politica fiscale per il bene dell’economia europea. Come direbbe un tale che scrisse qualcosa di macro: ora l’acqua è abbondante, il cavallo è alla fonte ma la Bce non riesce a farlo bere più di tanto.

Nei giorni passati, e per più di qualche seduta, l’Euribor giornaliero (Eonia) è stato fissato negativo fino a -0,013% per effetto (lento) della manovra di politica monetaria disincentivante di giugno con cui il board è riuscito ad abbassare e stabilizzare i tassi di interesse: attualmente le banche, ai fini della riduzione dell’eccesso di liquidità, invertono la logica del premio per la rinuncia al capitale nei prestiti reciproci effettuati nell’arco delle ventiquattro ore, dimostrandosi disposte ad avvicinarsi sempre più alla penalità massima fissata dalla Bce, ovvero il tasso sui depositi che rappresenta il limite inferiore dell’Eonia. L’inasprimento della sanzione, deciso giovedi per un ulteriore 0,1%, renderà sempre più probabile in futuro la fissazione di un tasso col segno meno. Non è da escludere che anche i titoli a breve italiani, come i Bot, possano far segnare rendimenti negativi in relazione alla gestione della tesoreria delle banche, in analogia a quanto è già avvenuto per i titoli tedeschi.

La discesa delle quotazioni sul mercato interbancario, che venerdi ha portato in negativo anche l’Euribor 1-2 settimane, era stata già scontata dagli operatori sul mercato dei derivati fino alla decisione dell’istituto centrale: nelle prime tre sedute della settimana i futures sul Liffe non hanno subito significativi cambiamenti dopo la diffusione dei dati finali Markit (manifatturiero e terziario sotto la stima flash e sotto la rilevazione di luglio) e, in particolare, sono rimasti invariati fino alla scadenza del settembre 2015 quando Eurostat, martedi, ha comunicato il calo dei prezzi alla produzione nella misura dello 0,1% a luglio.

Il 5 settembre 2014, quando l’Euribor 3 mesi perde quattro centesimi e mezzo sulla quotazione del giorno prima e viene fissato a 0,104%, dimezzando rispetto a inizio agosto, le previsioni al ribasso vengono accentuate: quota 0,08% di metà dicembre sarà erosa fino a metà marzo dell’anno prossimo, quando si verificherà il minimo di 0,065%.

L’intervento Bce non dovrebbe modificare lo scenario dei tassi fissi nelle prossime settimane.

Attorno alla metà di agosto il calo della produzione tedesca era servito alla stessa Germania a far prendere coscienza dei danni causati dall’eccessivo rigore fiscale: se i Paesi limitrofi non crescono, le conseguenze negative finiscono per colpire anche le esportazioni della migliore economia.

Le stime di crescita nell’area euro, ridimensionate pure dai venti di guerra provenienti dall’est (non solo Ucraina), avevano delineato una situazione di impoverimento del quadro macroeconomico poi sfociato in una sorta di accanimento per gli acquisti di qualità: rendimento del Bund a 0,95% (Irs10 in discesa all’1,2% il 22 agosto) e future sul decennale tedesco inchiodato sopra quota 150, nonostante l’ipotesi contenuta nelle minute Fed relativa al rischio rialzo dei tassi dall’altra parte dell’oceano.

Quindi, nell’ultima settimana di agosto, prima il calo di fiducia delle imprese tedesche e poi le attese (vane) dell’imminente QE europeo avevano fatto segnare nuovi minimi per il Bund (a 0,88% il 28 agosto, sempre ben correlato al Treasury) e per il tasso Irs 10 anni (1,08% lo stesso giorno); acquisti anche per i periferici e calo dei differenziali.

I dati sul mercato del lavoro Usa in agosto, arrivati venerdi assieme alla conferma della crescita zero del Pil Eurolandia nel secondo trimestre dell’anno, segnalano una battuta d’arresto rispetto al mese prima e raffreddano le aspettative su un possibile accorciamento dei tempi relativi alla risalita dei tassi americani.

Ferma la correlazione col bond Usa, pur nella consapevolezza che il differenziale tra i due benchmark tende ad ampliarsi, appare sempre più chiaro che nelle prossime settimane i conflitti in atto o le attese per future azioni di politica monetaria non avranno grande importanza per la carta core (giovedi il rendimento del decennale tedesco è cambiato per un timido +0,02%) ma saranno piuttosto i prezzi dei beni e servizi a modificare localmente il rendimento reale del Bund e a guidarne gli acquisti, posto che le riforme strutturali in Europa non si legano a questioni risolvibili in pochi giorni. In questa ottica, il tasso Irs 10 anni è previsto stabile (±0,05%) sul fixing 1,15% del 5 settembre 2014. Tutta da verificare, invece, la direzione che prenderà la liquidità “finalizzata” Tltro sulla scorta della passata esperienza carry trade.

Allungando l’orizzonte temporale, la risalita del rendimento del titolo americano (dopo la conclusione del tapering?) potrà rappresentare il fattore principale di cambiamento dell’attuale scenario: in ogni caso il ruolo di bene rifugio terrà il Bund in posizione privilegiata rispetto alle rimanenti obbligazioni europee che, a partire da Italia e Spagna, rischiano il crollo dei prezzi.

(per le attese della settimana prossima sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 12 settembre 2014“)

(per le previsioni del prossimo mese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a ottobre 2014“)