Previsioni Euribor 3 mesi del 13 giugno 2014

Meno intenso rispetto al fine settimana precedente, quando venne annunciato il pacchetto di misure convenzionali e non convenzionali della politica monetaria europea, ma pur sempre apprezzabile e quantificato con variazioni giornaliere che sono arrivate a superare il centesimo e mezzo, il movimento al ribasso dei tassi sul mercato interbancario ha portato l’Euribor 3 mesi a quota 0,234% il 13/06/2014.

Il parametro più importante per molti titolari di mutuo a tasso variabile ha così ripreso a rincorrere il nuovo Refi (sceso a 0,15%) con il contributo aggiuntivo delle (non ancora operative) manovre straordinarie.

Fixing a 0,14%, 0,326% e 0,507% per le scadenze 1-6-12 mesi dell’Euribor (fonte dati: Aritma) al termine di una settimana caratterizzata dallo schiacciamento dei tassi anche sul brevissimo (Euribor 1 week sotto lo 0,1%).

I tassi future indicati in tabella hanno seguito sostanzialmente il trend al ribasso sulle scadenze a breve termine con limature da due a tre centesimi; sulle scadenze successive, quindi, movimenti minori sono stati sostituiti nel 2017 e oltre da increspature alle quali ha contribuito in minima parte giovedi la pubblicazione Eurostat del dato mensile sulla produzione industriale nella zona euro, cresciuta oltre le attese in aprile, e per nulla venerdi la conferma del dato finale sull’inflazione tedesca in contrazione a maggio.

I tassi Euribor 3 mesi previsti in data 13/06/2014 sul Liffe segnalano quota 0,175% per metà settembre ed il minimo poco sotto a metà dicembre (0,165%) attraverso una curva che si presenta più ripida nel confronto a sette giorni, ma sempre caratterizzata dall’assenza di movimenti bruschi potenzialmente dannosi per la sostenibilità della rata da pagare.

Il nuovo tasso negativo sui depositi overnight, nel primo giorno di mantenimento della riserva obbligatoria, ha prodotto una riduzione del relativo utilizzo di mercoledi sceso a 14 miliardi di euro (contro i 17 mld del precedente inizio periodo Rob datato 14 maggio).

I numeri dovranno essere verificati quando saranno disponibili serie storiche significative, ma intanto è opportuno iniziare a rilevare che giovedi scorso 217 miliardi di euro fra depositi e conti correnti Bce (cifra comprensiva della quota d’obbligo depositata dalle banche) non hanno finanziato l’economia reale: si tratta esattamente dello stesso importo complessivo registrato il 15 maggio a tasso nullo.

Le banche europee restituiranno mercoledi prossimo poco più di 3,7 miliardi di euro relativi ai rimborsi anticipati Ltro 2011 e 2012.

(per le attese della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 20 giugno 2014“)

Asta 12 giugno 2014: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 30 anni

Per giovedi 12 giugno 2014, in asta marginale e con regolamento 16/06/2014, il MEF ha disposto l’emissione dei titoli di Stato relativi ai Buoni del Tesoro Poliennali triennali, ai Btp 7 anni e ai Btp trentennali.

I Btp 3 anni (ISIN IT0005023459, emissione 15/05/2014, scadenza 15/05/2017, tasso d’interesse annuo lordo 1,15%, data pagamento cedola 15 novembre 2014, giorni dietimi 32) sono offerti in terza tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 3 miliardi di euro ad un massimo di 3,5 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo dell’1,07% nell’asta dello scorso 13 maggio.

Nella mattinata di giovedi i Btp triennali hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al minimo storico dello 0,89%, prezzo di aggiudicazione 100,76 e rapporto di copertura 1,63 derivante da richieste per quasi 5,708 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 7 anni (emissione 15 giugno 2014, scadenza 15 dicembre 2021, tasso d’interesse annuo lordo 2,15%, data pagamento cedola 15 dicembre 2014, giorni dietimi 1) sono offerti in prima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 3 miliardi di euro ad un massimo di 4 miliardi di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 2,29% nell’asta dello scorso 13 maggio.

Nella mattinata di martedi i Btp 7 anni (ISIN IT0005028003) hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al 2,12%, prezzo di aggiudicazione 100,27 e rapporto di copertura 1,42 derivante da richieste per quasi 5,685 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

I Btp 30 anni (ISIN IT0004923998, decorrenza 1° marzo 2013, scadenza 1° settembre 2044, tasso d’interesse annuo lordo 4,75%, data pagamento cedola 1° settembre 2014, giorni dietimi 107) sono offerti in decima tranche per ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 500 milioni di euro ad un massimo di 1 miliardo di euro ed avevano fatto segnare rendimento lordo del 4,27% nell’asta dello scorso 11 aprile.

Nella mattinata di giovedi i Btp trentennali hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al 4,05%, prezzo di aggiudicazione 112,98 e rapporto di copertura 1,39 derivante da richieste per 1,385 miliardi di euro (assegnato l’importo massimo offerto).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Btp 3 anni e dei Btp 7 anni: “Asta 11 luglio 2014: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 15 anni“)

(per la prossima asta dei Btp 30 anni: “Asta 13 ottobre 2014: Btp 3 anni, Btp 7 anni e Btp 30 anni”)

Previsioni Euribor e Irs a giugno 2014

 

Dopo aver mostrato soddisfazione per l’unanimità del consenso in seno al board Bce su un pacchetto di misure molto complesso, giovedi 5 giugno il governatore Draghi ha illustrato le mosse immediate e future atte sia a contrastare un periodo prolungato di inflazione troppo bassa nella zona euro e consentire il riavvicinamento all’obiettivo 2% (stime di medio termine dei modelli econometrici comunque non influenzate dallo 0,5% in termini di crescita dei prezzi a maggio), sia a sostenere l’erogazione dei prestiti.

Si parte dal tasso di interesse sulle operazioni principali di rifinanziamento, tagliato per dieci punti base a 0,15% dal prossimo 11 giugno quando segnerà il nuovo minimo storico, dal tasso sui depositi overnight portato per la prima volta in territorio negativo a -0,1% che penalizzerà gli istituti al momento dell’utilizzo dei forzieri Eurotower (si spera senza ribaltamento del relativo onere sulla clientela bancaria) e dal tasso sulle operazioni marginali (per occasioni di emergenza) sceso allo 0,4%. Dal 18 giugno sarà operativa anche la sospensione della sterilizzazione relativa al programma settimanale SMP per l’acquisto dei titoli di Stato, equivalente all’immissione di liquidità nel sistema per 170 miliardi di euro.

Si continua con l’annuncio delle misure non convenzionali denominate Targeted longer-term refinancing operations (TLTROs) perché si tratta di nuove operazioni di finanziamento indirizzate alle banche che presteranno ad imprese e famiglie (esclusi i mutui casa per motivi legati alla relativa e temutissima bolla speculativa): inizialmente le banche potranno attingere fondi fino al 7% dei prestiti al settore privato (mutui esclusi) iscritti in bilancio al 30 aprile 2014 e, in caso di richieste inferiori, potranno approvvigionarsi presso la Bce con due tranche a settembre e dicembre 2014; successivamente, con cadenza trimestrale fra marzo 2015 e giugno 2016, ciascun istituto potrà ottenere finanziamenti fino al triplo dei prestiti (netti: nuovi prestiti meno rimborsi, senza considerare cessione di crediti, cartolarizzazioni e svalutazioni) in corso al predetto termine del 30 aprile, con facoltà di restituzione fino alla scadenza del settembre 2018. La durata dell’operazione sarà pari a circa 4 anni; il tasso sarà pari al Refi vigente maggiorato dello 0,1%; i rimborsi volontari saranno possibili dopo 24 mesi dall’avvio dell’operazione; è prevista una penalità per le banche da applicare sul denaro restituito che, in caso di mancato utilizzo per l’economia reale, si sostanzierebbe nel pagamento di un onere superiore al tasso iniziale di interesse.

Si finisce con il ripetuto appello alle auspicate novità normative che consentirebbero alla Bce di acquistare titoli Abs e con la conferma della aste a rubinetto fino al termine del 2016.

Ovvie e immediate le conseguenze sui mercati per quella che sarà una condizione di aumentata liquidità: giovedi sul secondario è sceso il rendimento del Bund (-0,03%), sull’Eurex è salito il future di giugno sul decennale tedesco (+0,37%) e sul Liffe sono stati limati quasi tutti i tassi impliciti con punte di nove centesimi (annullate le precedenti increspature per la crescita continuativa del Pmi composito finale); venerdi sull’interbancario scende (due centesimi e mezzo) l’Euribor 3 mesi allo 0,267% nella mattinata del 6 giugno 2014, i tassi sul brevissimo si confermano in forte calo, tornano a farsi consistenti (oltre 10,5 miliardi di euro) i rimborsi volontari Ltro annunciati dalle banche per sostituire fondi a lungo termine con quelli a più breve scadenza, e le previsioni maturate sul mercato dei derivati di Londra confermano pesanti diminuzioni del tasso Euribor per gli anni 2017 e 2018, mentre le prime scadenze in scaletta, al contrario, segnalano un recupero delle quotazioni per un fisiologico raffreddamento degli entusiasmi.

In data 06/06/2014 la curva dei tassi Euribor 3 mesi previsti presenta ancora il punto di minimo per metà dicembre di quest’anno (0,185%) e ricalca i valori della settimana precedente fino a metà 2015; per le scadenze successive, invece, il peso attribuito alle predette manovre renderebbe ancora più graduale la risalita dei tassi, stimati in quota 0,26% per inizio 2016.

Come ipotizzato il mese scorso, la decisione della Bce porta conseguenze anche sul fronte del tasso fisso: ora gli investitori conoscono sia l’esito delle elezioni europee sia l’azione dei banchieri che prende il posto delle intenzioni dichiarate.

A partire dalla seconda decade di maggio si assisteva a movimenti violenti del Bund con annesso schiacciamento del rendimento all’1,31% e trascinamento dell’Irs 10 anni all’1,56% il giorno 15, quando non poteva reggere la motivazione della corsa ai beni rifugio, vista la discesa contestuale dell’oro, né la tesi dell’inevitabilità della manovra non convenzionale. L’accaduto, piuttosto, è inquadrabile nel contesto di smarrimento della rotta dei fondamentali macroeconomici che ha condizionato gli investitori, l’attenzione dei quali è sembrata rivolta unicamente alla mole di liquidità: tanta e pure prevista in aumento; si aggiunga il fenomeno dell’inadeguatezza dei rendimenti bassi ovunque: persino i junk bond (obbligazioni aziendali ad alto rischio) hanno raggiunto i minimi storici.

La settimana che precedeva e quella che seguiva le elezioni europee portavano ad una sostanziale stabilità dell’Irs 10 anni: prima in lieve aumento (1,62% il 23 maggio) a causa delle prese di profitto per i timori di crescita delle forze politiche contrarie alla moneta unica, poi il tasso scendeva (1,55% il 28 e 29 maggio) al delinearsi di rendimenti in calo sul mercato obbligazionario eurozona per le speculazioni sulla manovra espansiva con interessamento persino degli Oat francesi, nonostante il risultato delle urne avesse premiato localmente gli euroscettici.

Se le disponibilità aumentate si tradurranno in acquisti diffusi come accade da molto tempo, i rendimenti dei titoli pubblici europei, ai minimi ovunque, non potranno che essere confermati o subire ulteriori schiacciamenti e l’Irs 10 anni si manterrà basso attorno all’1,5% per le prossime settimane (fixing 1,54% il 6 giugno 2014). Oscillazioni al rialzo massime in quota 1,65%.

La crescita nell’eurozona è debole rispetto alle stime di inizio anno e soltanto l’utilizzo profittevole della grande liquidità messa a disposizione rende ipotizzabile uno scenario di aumento dei tassi: in tal senso rimangono indispensabili le azioni dei Governi per promuovere riforme e far crescere la voglia di intraprendere. Le variabili di importanza secondaria saranno rappresentate dalla correlazione del Bund col Treasury decennale (a tasso teoricamente in salita sulla scorta della confermata creazione di occupati Usa a maggio e del proseguimento del tapering, ma negli ultimi tempi il mercato ha sovvertito la logica), dalla dinamica dei prezzi che agisce sul rendimento reale in senso inverso e dalla forza della valuta europea che danneggia le esportazioni.

(per le attese della settimana prossima sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 13 giugno 2014“)

(per le attese del prossimo mese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a luglio 2014“)

Bot 12 mesi: asta 11 giugno 2014

Per mercoledi 11 giugno 2014, con regolamento 13/06/2014, il MEF ha disposto l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro annuali col sistema di collocamento dell’asta competitiva.

I Bot 12 mesi (ISIN IT0005026957, emissione 13/06/2014, scadenza 12/06/2015, durata 364 giorni) sono offerti in prima tranche per un importo pari a 6,5 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari allo 0,65% nell’asta dello scorso 12 maggio.

I Bot annuali, nella mattinata di mercoledi, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in discesa al minimo storico dello 0,495% e prezzo medio ponderato 99,502; la domanda è stata pari ad oltre 11,035 miliardi di euro e il bid-to-cover si è attestato a 1,7 (assegnato l’intero importo offerto). Il rendimento semplice lordo scende al rendimento semplice netto minimo dello 0,139% una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime secondo Assiom Forex.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Bot annuali: “Bot 12 mesi: asta 10 luglio 2014“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 5 giugno 2014

 

Nel giorno dell’annuncio delle misure convenzionali e non convenzionali che la Banca Centrale Europea adotterà a partire dalla prossima settimana, i tassi attesi scendono fino a 9 centesimi per le scadenze successive al 2016.

L’Euribor 3 mesi previsto per metà giugno perde 2 centesimi finendo a 0,225%; in mattinata il tasso era stato fissato a 0,292%, quasi 1 centesimo sotto la quotazione del giorno prima.

(per le attese di domani, venerdi 6 giugno 2014, sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a giugno 2014“)