Previsioni Euribor 3 mesi del 9 agosto 2013

Ad eccezione dell’increspatura di martedi, l’Euribor 3 mesi rimane stabile per tutta la settimana a 0,227% (fixing 09/08/2013), ai livelli dei giorni 8 e 11 febbraio scorso. Nel contesto tipico estivo si inquadra pure l’andamento quasi costante dell’Euribor 1 mese (0,128%) e del tasso a 6 e 12 mesi (0,341% e 0,538%).

Spread Euribor-Ois a 12,4 punti base.

Sale di un millesimo l’Euribor 3 settimane (0,119%) ma trend in discesa per l’Euribor 1-2 settimane (0,102% e 0,109%).

La Bce, a vantaggio dei mercati o degli organi di stampa, ha ribadito il concetto noto da oltre due mesi: tassi stabili o inferiori agli attuali per un periodo prolungato.

Messaggio recepito dagli operatori del Liffe che non cambiano le previsioni sull’Euribor 3 mesi, atteso in quota 0,24% per settembre e 0,29% per dicembre. Tasso oltre l’1% nel 1° trimestre 2016.

Con l’inizio del nuovo periodo di riserva obbligatoria, scende a circa 70 miliardi di euro l’uso dei depositi overnight ma rimane stabile nell’arco di due settimane il totale depositi e conti correnti Bce. Non sono previste sensibili variazioni alla luce dei rimborsi settimanali Ltro 2011 e 2012 di mercoledi prossimo per un ammontare di appena 716 milioni di euro.

Giovedi scorso Eonia a 0,084%.

(per le previsioni della settimana prossima sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 16 agosto 2013“)

Bot 12 mesi: asta del 12 agosto 2013

Per lunedi 12 agosto 2013, con regolamento 14/08/2013, il MEF ha disposto l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro annuali col sistema di collocamento dell’asta competitiva.

I Bot 12 mesi (ISIN IT0004954712, emissione 14 agosto 2013, scadenza 14 agosto 2014, durata 365 giorni) sono offerti in prima tranche per un importo pari a 7,5 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari all’1,078% nell’asta dello scorso 10 luglio.

I Bot annuali, nella mattinata di lunedi, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in lieve discesa all’1,053% e prezzo medio ponderato 98,944; la domanda è stata pari a quasi 11,144 miliardi di euro e il bid-to-cover si è attestato a 1,49 (assegnato l’intero importo offerto). Il rendimento semplice lordo scende al rendimento semplice netto minimo dello 0,615% una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime secondo Assiom Forex.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Bot annuali: “Bot 12 mesi e Bot flessibili: asta 11 settembre 2013“)

Previsioni Euribor e Irs: agosto 2013

Tassi invariati (ad agosto per decisione unanime dei membri del consiglio direttivo: Refi 0,5%) o addirittura in ribasso per un periodo indefinito a causa delle prospettive inflazionistiche moderate estese al medio termine. Coerentemente con la fiacchezza economica e le variabili monetarie monitorate, il board Bce non cambia l’atteggiamento adattivo manifestato il mese scorso, conferma le attese di mantenimento dei tassi base e forse delude chi si aspettava qualche indicazione in più alla luce della ritrovata ma debolissima ripresa del manifatturiero europeo.

L’Euribor 3 mesi, invariato nelle ultime tre sedute, chiude venerdi 2 agosto 2013 a quota 0,228% con un lieve guadagno settimanale, a differenza delle scadenze a 1 e 6 mesi che perdono un millesimo lungo il medesimo arco temporale. Tutte in discesa le scadenze dell’Euribor 1-2-3 settimane.

Il contesto descritto dalla Bce, oltre a favorire la stabilizzazione dei tassi interbancari, contribuisce a confermare le attese sugli stessi: giovedi scorso i tassi future sono rimasti quasi invariati per le scadenze fino a metà 2015, ed il copione si è ripetuto il giorno successivo (02/08/2013) quando i derivati negoziati a Londra hanno restituito tassi attesi in linea con quelli della settimana prima, come si nota dalla coincidenza delle curve. L’Euribor 3 mesi viene stimato in marginale rialzo dagli operatori del Liffe a quota 0,245% per metà settembre; a seguire, lievi increspature portano il parametro più utilizzato per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile oltre lo 0,3% per fine anno e sopra quota 0,42% per metà 2014.

Con la liquidità che resterà abbondante finché necessario, Draghi ha sottolineato che il problema frammentazione è stato risolto sul lato della raccolta ma permane su quello dei prestiti. In altri termini: la Bce ha fatto la sua parte; ora tocca alle imprese sollecitare le banche affinché concedano finanziamenti (ma volgarmente è un “cane che si morde la coda”) e spetta ai governi agevolare i contatti tra soggetti economici favorendo l’avvicinamento alle condizioni di libero mercato.

A luglio, grazie soprattutto all’intervento di Bernanke che ha esortato ad operare non più in funzione dell’intervento delle banche centrali ma in base delle condizioni dell’economia, si è iniziato ad assistere a manifestazioni di interesse sui titoli governativi guidate dal contesto macro-economico.

Certamente alcuni fattori di disturbo – la richiesta di rinegoziazione del piano di salvataggio per il Portogallo nella prima metà del mese, ad esempio – avevano alimentato gli acquisti dei titoli rifugio ma poi si è assistito ad un graduale aumento della propensione al rischio: il rendimento del Bund (1,65%) è tornato su livelli sicuramente più adeguati per un’attività di lungo termine che paga cedola a tasso fisso. Ciò avviene nel momento in cui si guarda all’exit strategy da una parte e dall’altra dell’oceano atlantico (temendo la connessa dinamica rialzista sui tassi fatta di azioni e reazioni) e si registra un differenziale ancora vistoso tra il rendimento del decennale tedesco e quello del Treasury americano (2,62%).

Ha influenzato le vendite del Bund (tasso Irs 10 anni di nuovo sopra quota 2%) anche la lettura dell’indice Markit europeo tornato a segnalare ripresa dopo due anni, come pure hanno giocato un ruolo per nulla disprezzabile il corollario delle Pmi italiane e i dati ultimi sulla disoccupazione in calo negli Usa.

Sempre in considerazione di quelle operazioni di riallocazione del portafoglio che da circa un anno conducono ad aumentare il peso dei titoli a più alto rendimento a scapito degli investment grade, e se ad agosto gli Stati meno virtuosi dell’Eurozona in termini di politiche di bilancio non riserveranno spiacevoli sorprese, adesso non sembra essere presente alcun fattore capace di arrestare le vendite del governativo tedesco che spingono le aspettative dell’Irs 10 anni in aumento verso quota 2,1%.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor 3 mesi del 9 agosto 2013“)

(per le previsioni del prossimo mese sui tassi fissi di mutui e obbligazioni: “Previsioni Euribor e Irs a settembre 2013“)