Asta Bot semestrali del 26 marzo 2013

Con regolamento 28/03/2013 e sistema di collocamento dell’asta competitiva, il MEF ha disposto per martedi 26 marzo 2013 l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali.

I Bot 6 mesi (ISIN IT0004899107, emissione 28/03/2013) hanno scadenza 30 settembre 2013 (durata 186 giorni), sono offerti per un importo pari a 8,5 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato dell’1,237% nell’asta dello scorso 26 febbraio. Nella mattinata di martedi i Bot semestrali, assegnati in prima tranche per l’intero importo offerto, hanno fatto registrare rendimento medio ponderato in discesa allo 0,831%, prezzo medio ponderato 99,572 ed hanno ricevuto richieste per quasi 13,93 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,64). Il rendimento dei Bot 6 mesi scende al rendimento semplice netto minimo dello 0,33%, secondo Assiom Forex, una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per l’asta Bot 6 mesi del mese prossimo: “Asta Bot semestrali del 26 aprile 2013”)

Circolare N. 5/E dell’11 marzo 2013: Imu ed effetto sostituzione per immobili locati part time. Deduzione ed esonero dall’obbligo di presentazione dichiarazione

(continua da “Circolare n. 5/E dell’11 marzo 2013: quando l’Imu sostituisce l’Irpef. Immobili non locati”)

Per gli immobili locati per una parte del periodo d’imposta, qualora non venga applicata o non sia applicabile la cedolare secca (immobili non abitativi, immobili abitativi locati a uso non abitativo, immobili locati a conduttori che esercitano attività di impresa, o arti e professioni), occorre distinguere il periodo di tempo

        nella porzione in cui l’immobile non è locato: l’Imu sostituisce l’Irpef e le addizionali dovute in relazione al reddito fondiario;

        nella porzione in cui l’immobile è locato: si applicano Irpef e addizionali con le regole ordinarie (di cui all’articolo 37, comma 4-bis, del Tuir) mettendo a confronto la rendita catastale rivalutata col canone di locazione ridotto forfetariamente (relativo al periodo di locazione) e considerando il concorso al reddito del canone se risulta superiore alla rendita.

In base all’art. 10, comma 3-bis, del TUIR, secondo cui

se alla formazione del reddito complessivo concorrono il reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e quello delle relative pertinenze, si deduce un importo fino all’ammontare della rendita catastale dell’unità immobiliare stessa e delle relative pertinenze, rapportato al periodo dell’anno durante il quale sussiste tale destinazione ed in proporzione alla quota di possesso di detta unità immobiliare

allora il principio di sostituzione impedisce al reddito dell’abitazione principale di concorrere alla formazione del reddito complessivo, ovvero la relativa deduzione Irpef non si applica.

Nel caso in cui l’abitazione principale è locata per una parte dell’anno, come già indicato, occorre suddividere il periodo d’imposta tra la porzione in cui l’abitazione è locata e la porzione in cui non lo è. Per la parte del periodo d’imposta in cui l’immobile è abitazione principale, la relativa deduzione non si applica.

Per quanto riguarda i beni non locati posseduti da società semplici, la circolare N. 5/E dell’11 marzo 2013 chiarisce che l’effetto di sostituzione deve essere “applicato in capo ai soci persone fisiche che non detengono la partecipazione in regime di impresa, per la quota del reddito di partecipazione riferibile a redditi fondiari in relazione ai quali operi l’effetto di sostituzione”.

Diversamente, se la società è partecipata anche da soci operanti in regime d’impresa, non si produce sostituzione e la quota del reddito di partecipazione (reddito dominicale dei terreni non affittati o reddito dei fabbricati non locati) concorre a formare il reddito degli stessi soci.

In ultimo, la circolare segnala che in caso di sostituzione si ricade nell’ipotesi di esonero dall’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi. Di conseguenza il contribuente che possiede soltanto redditi sostituiti dall’Imu non è obbligato alla presentazione della dichiarazione, mentre se possiede anche altri redditi deve “verificare nelle istruzioni ai modelli di dichiarazione 730 e UNICO PF se la propria particolare situazione rientra tra i casi di esonero”.

CTZ, BTP€i 5 anni e BTP€i 15 anni: asta 25 marzo 2013

Per lunedi 25 marzo 2013, con regolamento 28/03/2013, il MEF ha disposto il collocamento in asta marginale dei Certificati di credito del Tesoro “Zero coupon”, dei Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione dell’Area Euro quinquennali e dei BTP€i 15 anni.

I Ctz (ISIN IT0004890890, emissione 31 gennaio 2013, scadenza 31 dicembre 2014) sono offerti in quinta tranche per ammontare nominale da un minimo di 2 miliardi di euro ad un massimo di 3 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari all’1,682% nell’asta dello scorso 25 febbraio. Nella mattinata di lunedi i Ctz 24 mesi, assegnati per 2,825 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,43 derivante da richieste per oltre 4,027 miliardi di euro), hanno fatto segnare rendimento lordo in salita all’1,746% e prezzo di aggiudicazione pari a 96,996.

I seguenti titoli sono emessi per ammontare complessivo da un minimo di 750 milioni di euro ad un massimo di 1 miliardo di euro.

I BTP€i 5 anni (ISIN IT0004890882, emissione 31 gennaio 2013; scadenza 15 settembre 2018, cedola annuale 1,7% in pagamento al 15 settembre 2013; giorni dietimi 13) sono offerti in terza tranche ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari all’1,8% nell’asta dello scorso 28 gennaio. I BTP€i 5 anni, nella mattinata di lunedi, hanno fatto segnare rendimento lordo in salita al 2,16%, prezzo di aggiudicazione 97,71 e rapporto di copertura 2,01 derivante da richieste per 1,242 miliardi di euro (importo assegnato per oltre 616 milioni di euro).

I BTP€i 15 anni (ISIN IT0004243512, decorrenza 15 marzo 2007, scadenza 15 settembre 2023, vita residua 10 anni, cedola al tasso d’interesse reale 2,6% annuo in pagamento al 15 settembre 2013; giorni dietimi 13) sono offerti in ventiquattresima tranche ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari al 7,3% nell’asta del 28 novembre 2011. I BTP€i 15 anni (vita residua 10 anni), nella mattinata di lunedi, hanno fatto segnare rendimento lordo al 3,02%, prezzo di aggiudicazione 96,41 e rapporto di copertura 2,96 derivante da richieste per oltre 1,137 miliardi di euro (importo assegnato superiore a 383 milioni di euro).

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per la prossima asta dei Ctz e dei BTP€i 15 anni: “CTZ e BTP€i 15 anni: asta 24 aprile 2013)

(per la prossima asta dei BTP€i 5 anni: “CTZ e BTP€i 5 anni: asta 28 maggio 2013“)

Circolare n. 5/E dell’11 marzo 2013: quando l’Imu sostituisce l’Irpef. Immobili non locati

Al fine di chiarire i rapporti tra l’Imu e le imposte sui redditi, con la circolare N. 5/E dell’11 marzo 2013 l’Agenzia delle Entrate rammenta

        l’art. 8, comma 1, del d.lgs. n. 23 del 2011 contenente la disposizione secondo cui l’Imu “sostituisce, per la componente immobiliare, l’imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi ai beni non locati …”, e

        l’art. 3, comma 3, del TUIR che stabilisce il principio secondo il quale “sono in ogni caso esclusi dalla base imponibile: a) i redditi esenti dall’imposta e quelli soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad imposta sostitutiva;”.

Per l’art. 8 del d.lgs 23/2011 l’effetto di sostituzione dell’Irpef si attua con l’esclusione dalla base imponibile Irpef del reddito fondiario prodotto dagli immobili non affittati o non locati soggetti a Imu.

L’esclusione opera anche “se alla formazione del reddito complessivo concorrono soltanto redditi fondiari di cui all’articolo 25 di importo complessivo non superiore a 500 euro” in base all’art. 11, comma 2-bis, del Tuir.

In ogni caso il contribuente deve indicare i dati relativi a tutti i terreni e fabbricati posseduti, compresi quelli i cui redditi sono sostituiti dall’IMU, nel modello 730/2013 o Unico Persone fisiche 2013.

Rimane confermata l’indeducibilità dell’Imu dalla base imponibile dell’IRPEF, dell’imposta sul reddito delle società (IRES) e dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) come da precedente circolare n. 3/DF del 2012.

La circolare prosegue precisando che già con la stessa n. 3/DF del 2012 erano stati definiti “beni non locati” sia i fabbricati sia i terreni, da cui segue che l’effetto sostitutivo si realizza sui redditi fondiari derivanti dai terreni, per la componente dominicale, come dai fabbricati non affittati e non locati. Sono compresi tra questi ultimi gli immobili concessi in comodato gratuito e quelli destinati ad uso promiscuo dal professionista.

L’effetto sostituzione non opera se gli immobili non producono redditi fondiari: ciò accade quando si applica l’Irpef

        ai redditi derivanti da terreni dati in affitto per usi non agricoli, in quanto i terreni non sono considerati produttivi di reddito dominicale bensì produttivi di redditi diversi, ed

        alle indennità di occupazione (ugualmente considerate fonti di redditi diversi).

Non bisogna incorrere nell’errore di interpretare estensivamente le agevolazioni: pure in caso di esenzione Imu, le regole proprie delle imposte sui redditi, e relative addizionali, continuano ad essere applicate ove dovute (es. terreni incolti siti in aree montane e di collina).

(continua “Circolare N. 5/E dell’11 marzo 2013: Imu ed effetto sostituzione per immobili locati part time. Deduzione ed esonero dall’obbligo di presentazione dichiarazione“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 15 marzo 2013

Il mercato interbancario ha vissuto una settimana di sostanziale stallo, al termine della quale l’Euribor 3 mesi ha messo a segno il rialzo maggiore (tre millesimi da venerdi scorso) col fixing 0,204% del 15/03/2013. Chiudono a 0,118%, 0,326% e 0,543%, rispettivamente, i tassi Euribor a 1-6-12 mesi.

Praticamente nessuna reazione anche dopo l’annuncio di venerdi mattina sui 385 milioni di euro e sui quasi 6,5 miliardi di euro che il giorno 20 saranno restituiti alla Bce dalle banche europee. La percentuale di denaro rimborsato rimane ferma al 32% per la Ltro del 2011, sale al 15% per l’operazione del 2012.

Sul brevissimo risulta variato soltanto l’Euribor a 2 settimane: quotazioni a 0,079%, 0,091% e 0,101% per il tasso a 1-2-3 settimane.

Il clima di attesa, generato dalla delicata fase di evoluzione politica, e la stabilizzazione dei tassi per la permanenza della condizione di eccesso di liquidità si riflettono sulle aspettative degli operatori di Londra che, in data 15 marzo 2013, non vedono cambiamenti rispetto ai tassi future della settimana scorsa entro l’orizzonte temporale di metà anno: a giugno l’Euribor 3 mesi rimarrebbe attorno a quota 0,21%, in mancanza di manovre o interventi straordinari di sostegno operati dall’istituto centrale. La risalita dei tassi, per le scadenze successive dei contratti sul Liffe, si fa più graduale ed indica il superamento di quota 0,3% a metà dell’anno prossimo e di quota 1% a giugno 2016.

Giovedi è tornato a salire l’utilizzo dei depositi overnight presso Bce e dei conti correnti, per complessivi 502 miliardi di euro, mentre l’Eonia è stato fissato a quota 0,068%.

(per le previsioni della prossima settimana sui tassi variabili dei mutui: “Previsioni Euribor 3 mesi del 22 marzo 2013“)

Previsioni Euribor e Irs a marzo 2013

Nel corso dell’ultima conferenza stampa, a margine della riunione del consiglio direttivo Bce, Mario Draghi è stato molto attento a diffondere contenuti che aiutassero a distendere il clima surriscaldato dei giorni successivi alle elezioni politiche italiane.

Il governatore ha comunicato le previsioni riviste al ribasso del Pil 2013 (tra -0,9% e -0,1%) e dell’inflazione (tra 1,2% e 2%, quindi ben al di sotto del “cancelletto”) che hanno portato, in linea con le attese sul Liffe, a confermare i tassi di riferimento (principali operazioni di rifinanziamento: 0,75%; operazioni di rifinanziamento marginali: 1,50%; depositi che la Bce custodisce per conto delle banche commerciali: 0%). Ma Draghi, soprattutto, ha affermato che la restituzione della liquidità erogata con le due Ltro del 2011 e del 2012 sarebbe segnale di miglioramento dei bilanci bancari, motivo per cui non sono in programma altri interventi straordinari a sostegno della liquidità. Mentre sul raggiungimento dell’economia reale la Bce potrebbe fare ben poco: un tasso sui depositi negativo porterebbe a gravi conseguenze, ma il governatore non ha spiegato quali.

Nell’occasione non è stata menzionata la condizione di aumento dei rischi derivanti dall’utilizzo della liquidità da parte delle banche: l’acquisto dei titoli di Stato a cedola più elevata del tasso di costo del denaro, operazione necessaria a produrre utili finalizzati al risanamento, lega le sorti dei bilanci bancari a quelle dei conti di Stato; ed ovviamente i rischi aumentano quanto più la durata residua del prestito si discosta dalla durata delle obbligazioni pubbliche iscritte. Per comprendere le dimensioni del fenomeno, è possibile fare riferimento ad alcuni istituti di credito quotati italiani: le stime sui ricavi da trading 2012 oscillano per ciascuna banca da un minimo di 38 milioni ad un massimo di 2,7 miliardi di euro, con incidenza percentuale sul risultato d’esercizio per i soli Intesa Sanpaolo ed Unicredit variabile dal 100% al 208% (elaborazioni da fonte Icbpi).

In ogni caso la situazione di assestamento del mercato interbancario (definito da alcuni tesorieri “alla finestra”) era in atto già da molti giorni e sembra essere stata raggiunta la condizione di stabilità con la quotazione dell’Euribor 3 mesi: piatto per tre sedute consecutive e fissato un solo millesimo sopra a quota 0,201% venerdi 8 marzo 2013. Andamento stabile anche per la scadenza a 1 mese, mentre per l’Euribor a 6 e 12 mesi la seduta di venerdi ha fatto registrare un lieve rialzo di tre millesimi. Si segnala lo spread Euribor-Ois a 13 punti base mercoledi pomeriggio, mentre la somma tra depositi overnight presso Bce e conti correnti è nuovamente scesa facendo segnare l’utilizzo di 487 miliardi di euro giovedi scorso.

Nulla di nuovo si registra sul brevissimo, coi tassi Euribor poco sopra lo zero e praticamente schiacciati sui valori di una settimana fa, né sul fronte dei rimborsi per le finestre settimanali di mercoledi prossimo relative alle due Ltro di fine 2011 e inizio 2012: poco più di 1,3 miliardi di euro per la prima e circa 2,9 miliardi per la seconda rappresentano cifre limitate che lasciano intendere come il grosso delle restituzioni sia stato effettuato e che pertanto, a meno di improbabili cambiamenti radicali sotto l’aspetto politico ed economico locale, non ci si può attendere molto altro a breve. Lo stesso Draghi ha precisato che i governi devono continuare con le riforme strutturali e che permane la frammentazione del mercato del credito “da Paese a Paese e da società a società”.

I suddetti elementi dipingono un quadro molto simile a quello della settimana scorsa, al quale si aggiungono le poche parole, ma piuttosto chiare, con le quali il governatore ha riferito in merito alla discussione sul taglio dei tassi in seno al consiglio: le quotazioni dei futures sul mercato Liffe, in data 08/03/2013, restituiscono tassi impliciti che non lasciano spazio ad alcun intervento di politica monetaria espansiva per le prossime settimane, dato che l’Euribor 3 mesi viene visto stabile fino a metà anno. A settembre, invece, si registrerebbe un lieve aumento (0,24%) mentre quota 0,3% verrebbe superata soltanto nel 2014.

Draghi ha vestito i panni del pompiere anche quando ha assicurato che gli scossoni patiti sulle aste e sul mercato secondario dei titoli di Stato sono conseguenze fisiologiche nel periodo elettorale degli Stati membri, e che stavolta gli effetti negativi sono risultati inferiori a quelli registrati a metà dell’anno scorso.

Se è vero che i mercati prima iper-reagiscono e poi si assestano, è anche vero che i valori attuali esprimono contenuti non esattamente in linea con quelli di alcune settimane fa.

Più specificamente: la condizione di ingovernabilità in cui si è ricacciata l’Italia non è grave come i numeri seguenti alle elezioni avevano descritto, ed infatti negli ultimi giorni si è assistito al ritorno in territorio positivo dei listini europei e al rientro degli spread; eppure sui mercati è tornato a prevalere il fenomeno fly to quality che sembrava aver perso significato nella fasi di propensione al rischio di febbraio e soprattutto gennaio.

Per quanto l’idea prevalente tra gli investitori rimanga orientata al concetto di un istituto centrale europeo pronto a sostenere col programma Omt (non necessariamente subordinato all’osservanza di condizioni di austerity) le quotazioni dei titoli pubblici dei Paesi in difficoltà, la recessione in atto ed il levarsi di un numero sempre maggiore di voci anti-europeiste impediscono le vendite su ampia scala del decennale tedesco. In altri termini la tendenza di fondo che si è manifestata sin dai primi dell’anno, relativa al graduale alleggerimento del Bund nei portafogli degli investitori, sembra essere in stand-by.

Con il ritorno della volatilità legata al clima di incertezza, al quale contribuisce sostanziosamente il contesto di instabilità politica dell’Italia non risolvibile in tempi stretti, si può presumere che il rendimento del Bund si trovi nella fase finale del recupero: nelle prossime settimane l’Irs 10 anni (fixing 1,82% in data 8 marzo 2013) dovrebbe ricominciare ad oscillare in orizzontale, delimitato da un range attorno a quota 1,9% e vicino ai livelli che hanno caratterizzato il periodo precedente l’esito delle urne.

(per le previsioni sui tassi variabili dei mutui della prossima settimana: “Previsioni Euribor 3 mesi del 15 marzo 2013“)

(per le previsioni del mese prossimo sui tassi fissi dei mutui: “Previsioni Euribor e Irs: aprile 2013“)