Asta del 26 ottobre 2011: Bot semestrali e Ctz

Con regolamento 31 ottobre 2011, il MEF ha disposto per mercoledi 26 ottobre 2011 l’emissione dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali, col sistema di collocamento dell’asta competitiva, e dei Certificati di credito del Tesoro “Zero coupon” col sistema dell’asta marginale riferita al prezzo.

I Bot 6 mesi hanno scadenza 30/04/2012 (182 giorni), sono offerti per 8,5 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento medio ponderato pari al 3,071% nell’asta dello scorso settembre (corrispondente al rendimento semplice netto minimo del 2,281% secondo Assiom Forex, una volta applicata la ritenuta fiscale e sottratte le commissioni bancarie massime). Nella mattinata di mercoledi i Bot semestrali, collocati per importo pari a 8,5 miliardi di euro, hanno fatto segnare rendimento medio ponderato in forte salita al 3,535% (fonte: Ansa.it). I Bot (ISIN IT0004765621, emissione 31/10/2011, prima tranche) hanno fatto segnare prezzo medio ponderato 98,244 ed hanno ricevuto richieste per oltre 13,319 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,57).

I Ctz (ISIN IT0004765183, terza tranche) hanno decorrenza 30 settembre 2011 e scadenza 30 settembre 2013, sono emessi per importo nominale pari a 2 miliardi di euro ed avevano fatto registrare rendimento lordo pari al 4,511% nell’asta del settembre scorso. Nella mattinata di mercoledi i Ctz, collocati per l’intero importo offerto (rapporto di copertura 2,01), hanno fatto segnare rendimento lordo in salita al 4,628% (fonte: Ansa.it). La richiesta dei Ctz è stata superiore a 4,012 miliardi di euro, il prezzo di aggiudicazione è stato pari a 91,690.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per l’asta del Tesoro dei Bot semestrali e dei Ctz al 25 novembre 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=5660)

DECRETO-LEGGE 138 del 2011 convertito con la LEGGE 148 del 2011: tassazione delle rendite finanziarie (art. 2, commi 6-12 e 27)

Il decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito in legge con le modificazioni della legge 14 settembre 2011, n. 148, ha armonizzato l’imposizione fiscale delle rendite finanziarie, con decorrenza 1° gennaio 2012, uniformando al 20% la tassazione di tutti i redditi rivenienti dal possesso di conto corrente, conto deposito vincolato, pronti contro termine, titoli azionari e obbligazionari, fondi comuni d’investimento, polizze vita etc, con esclusione di alcune forme di investimento fra cui i titoli di Stato italiani ed esteri, sempre tassati al 12,5%, ed i buoni postali di risparmio.

Con riferimento ai redditi di capitale (es. interessi derivanti da depositi e conti correnti, interessi e altri proventi delle obbligazioni, proventi derivanti da pronti contro termine su titoli, redditi compresi nei capitali corrisposti in dipendenza di contratti di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione, proventi derivanti dalla gestione, nell’interesse collettivo di una pluralità di soggetti, di masse patrimoniali costituite con somme di denaro e beni affidati da terzi o provenienti dai relativi investimenti) e ai redditi diversi (es. plusvalenze realizzate mediante cessione a titolo oneroso di azioni), l’art. 2 del D.L. 138 stabilisce nella misura del 20% le ritenute e le imposte sostitutive (6° comma). Sono esclusi:

–        i redditi di capitale ed i redditi diversi derivanti dal possesso di buoni postali di risparmio e titoli del debito pubblico italiani e dei Paesi che consentono un adeguato scambio di informazioni (7°, lettere a) e b)), ed i redditi di capitale e diversi derivanti dall’apposita istituzione di piani di risparmio a lungo termine (7°, lettera d));

–        il risultato netto maturato dalle forme di previdenza complementare (8°).

Art. 2 – Disposizioni in materia di entrate

(omissis)

6. Le ritenute, le imposte sostitutive sugli interessi, premi e ogni altro provento di cui all’articolo 44 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 e sui redditi diversi di cui all’articolo 67, comma 1, lettere da c-bis a c-quinquies del medesimo decreto, ovunque ricorrano, sono stabilite nella misura del 20 per cento.

7. La disposizione di cui al comma 6 non si applica sugli interessi, premi e ogni altro provento di  cui all’articolo 44 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 e sui redditi diversi di cui all’articolo 67, comma 1, lettera c-ter), ovvero sui redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria del medesimo decreto nei seguenti casi:

a) obbligazioni e altri titoli di cui all’articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica 29  settembre 1973, n. 601 ed equiparati;

b) obbligazioni emesse dagli Stati inclusi nella lista di cui al decreto emanato ai sensi dell’articolo 168-bis, comma 1, del medesimo decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986;

c) titoli di risparmio per l’economia meridionale di cui all’articolo 8, comma 4 del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106;

d) piani di risparmio a lungo termine appositamente istituiti.

8. La disposizione di cui al comma 6 non si applica altresì agli interessi di cui al comma 8-bis dell’articolo 26-quater del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, agli utili di cui all’articolo 27, comma 3-ter, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, al risultato netto maturato delle forme di previdenza complementare di cui al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252.

La nuova aliquota viene applicata sui redditi di capitale esigibili e sui redditi diversi realizzati a decorrere dal 1° gennaio 2012 (art. 2, 9°).

L’aliquota unica del 20% vigente al momento dell’esigibilità o del realizzo è applicata per cedole e plusvalenze derivanti dalla cessione di obbligazioni, per dividendi e capital gain (10° comma) derivanti dalla vendita di azioni, per proventi derivanti dalla partecipazione a fondi comuni d’investimento ed Exchange Traded Fund.

Per altre tipologie di investimento soggette a regime transitorio, tra cui

–        obbligazioni e titoli similari (11° comma) emessi da banche e società (c.d. grandi emittenti) con azioni quotate sui mercati regolamentati Ue (es. obbligazioni bancarie, bond privati italiani ed esteri quotati),

–        gestioni patrimoniali (12° comma) e

–        polizze vita di tipo unit linked e index linked,

trova applicazione il criterio pro-rata temporis che associa il periodo di formazione del risultato alla corrispondente aliquota: aliquota vigente (12,5%, ovvero 27% per i bond privati con durata residua inferiore a 18 mesi) per i redditi maturati fino al 31/12/2011, nuova aliquota (20%) per i redditi maturati dal 1° gennaio 2012.

9. La misura dell’aliquota di cui al comma 6 si applica agli interessi, ai premi e ad ogni altro provento di cui all’articolo 44 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, divenuti esigibili e ai redditi diversi realizzati a decorrere dal 1° gennaio 2012.

10. Per i dividendi e proventi ad essi assimilati la misura dell’aliquota di cui al comma 6 si applica a quelli percepiti dal 1° gennaio 2012.

11. Per le obbligazioni e i titoli similari di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 1° aprile 1996, n. 239, la misura dell’aliquota di cui al comma 6 si applica agli interessi, ai premi e ad ogni altro provento di cui all’articolo 44 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 maturati a partire dal 1° gennaio 2012.

12. Per le gestioni individuali di portafoglio di cui all’articolo 7 del decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461, la misura dell’aliquota di cui al comma 6 si applica sui risultati maturati a partire dal 1° gennaio 2012.

L’art. 2 del D.L. 138, al comma 27, disciplina la tassazione dei redditi relativi ai contratti di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione imponendo l’applicazione dell’aliquota del 12,5% sui guadagni derivanti da ciascun premio versato anteriormente alla data del 31/12/2011, a partire dal giorno di sottoscrizione della polizza.

27. Ai redditi di cui all’articolo 44, comma 1, lettera  g-quater), del testo unico delle imposte sui  redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, derivanti da contratti sottoscritti fino al 31 dicembre 2011, si applica l’aliquota del 12,5 per cento sulla parte di redditi riferita al periodo intercorrente tra la data di sottoscrizione o acquisto della polizza ed il 31 dicembre 2011. Ai fini della determinazione dei redditi di cui al precedente periodo si tiene conto dell’ammontare dei premi versati a ogni data di pagamento dei premi medesimi e del tempo intercorso tra pagamento dei premi e corresponsione dei proventi, secondo le disposizioni stabilite con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.

Se non si pongono dubbi per il trattamento degli interessi che, prodotti dalle somme depositate su conto corrente, maturano nell’anno 2011 e sono liquidati al 31 dicembre di questo stesso anno, né per il trattamento delle somme derivanti dallo scarto di prezzo dei pronti contro termine, citate espressamente dalla norma che prevede l’applicazione dell’aliquota unica in base al momento del pagamento senza considerare il periodo di maturazione, sembra potersi desumere che l’aliquota del 20% sarà applicata col principio dell’esigibilità anche per gli interessi derivanti dalle somme vincolate quest’anno su conto deposito e che andranno in scadenza nel 2012.

(continua http://www.questidenari.com/?p=5433)

(per l’imposta di bollo sul conto deposito si legga http://www.questidenari.com/?p=5636)

(sulla decorrenza per l’applicazione della nuova aliquota 20% stabilita dal Milleproroghe 2011 si veda “Decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216: decorrenza per l’applicazione dell’aliquota 20% su deposito bancario e postale, conto corrente e pronti contro termine secondo il Milleproroghe 2011”)

(per l’applicazione dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari: “Conto deposito, titoli, buoni postali, fondi comuni e polizze vita: imposta di bollo secondo il D.M. 24 maggio 2012 e tassazione delle rendite“)

Previsioni Euribor 3 mesi del 14 ottobre 2011

Sul fronte delle attese sui tassi Euribor 3 mesi, la settimana trascorsa è stata caratterizzata da movimenti orientati dall’ottimismo e dalle prese di beneficio dei mercati azionari.

Sul londinese Liffe, stranamente, è stata registrata un’increspatura dei tassi previsti persino venerdi, quando le dichiarazioni del presidente Bce sulla probabile discussione in materia di politica monetaria espansiva, da tenersi durante la prossima riunione di novembre, avrebbero fatto supporre il contrario.

Con l’Euribor 3 mesi a quota 1,574% al 14 ottobre 2011, la curva dei tassi attesi – confrontata con quella della settimana scorsa – rimane praticamente invariata sulle scadenze più vicine sino ai minimi di giugno e settembre 2012 (1,22%) e manifesta valori più alti sul ramo ascendente della parabola.

(per le previsioni Euribor 3 mesi del 21 ottobre 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=5419)

Bond Eni 2011/2017 collocato: rendimento del tasso fisso a 4,932%

Con l’avviso integrativo dell’8 ottobre scorso, Eni ha comunicato il collocamento dei bond a tasso fisso (ISIN IT0004760655) e a tasso variabile (ISIN IT0004760648) per i quali non si procederà a riparto.

Per entrambe le obbligazioni lo spread applicato è pari al 2,8%, la durata 6 anni, la data di emissione e godimento l’11 ottobre 2011 e la scadenza 11 ottobre 2017.

Le obbligazioni a tasso fisso (Eni TF 2011/2017) pagano cedola posticipata annua, calcolata aggiungendo lo spread al tasso mid-swap 6 anni (2,075%) rilevato il giorno 6 ottobre 2011, per un tasso di interesse nominale annuo lordo pari al 4,875%. Considerata l’emissione dei titoli sotto la pari al 99,71% del loro valore nominale, corrispondente al prezzo di euro 997,10 per ogni obbligazione, il rendimento annuo lordo effettivo a scadenza sale al 4,932%. La conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 138/2011 comporta la tassazione col criterio pro-rata delle rendite finanziarie derivanti dal possesso di obbligazioni private quotate, secondo cui viene applicata l’aliquota del 12,5% sugli interessi maturati fino al 31 dicembre 2011 e l’aliquota del 20% sugli interessi maturati a decorrere dal 1° gennaio 2012. Il maggior carico fiscale, derivante dal passaggio alla nuova imposizione, è quantificato nella misura annua dello 0,365% circa in termini di minor rendimento del titolo Eni a tasso fisso.

Le obbligazioni a tasso variabile (Eni TV 2011/2017) pagano la prima cedola posticipata semestrale in data 11/04/2012, calcolata aggiungendo lo spread al tasso Euribor (con divisore 360) 6 mesi (1,765%) rilevato il giorno 7 ottobre 2011, per un tasso di interesse annuo lordo pari al 4,565%. I titoli sono emessi alla pari.

Tassi fermi per la Bce. Le previsioni Euribor e Irs a ottobre 2011

Più che la ripresa economica europea ridotta ai minimi termini, col rischio di ricaduta in recessione, poté l’inflazione galoppante a settembre, flash al 3% contro il 2,5% atteso.

E con le ultime parole di J.C. Trichet, a un passo dal commiato dalla presidenza Bce ma ancora deciso a confermare l’impronta della politica monetaria, non potevano che restare congelati i tassi di riferimento anche nel mese di ottobre: P/T all’1,5%, tasso sui depositi allo 0,75% e quello sui rifinanziamenti marginali al 2,25%.

Smentiti per questo mese, in tal modo, quegli operatori e analisti che davano per cosa fatta il taglio di un quarto di punto, o addirittura dello 0.5%, come necessario sostegno all’economia europea impantanata nella crisi del debito pubblico, piaga di alcuni Paesi “periferici” ma pure – di riflesso – fonte di dubbi per i governanti degli Stati virtuosi circa la permanenza nel sistema della moneta unica.

Come ha spiegato Trichet, la liquidità continuerà ad essere erogata alle banche commerciali dall’istituto centrale attraverso le aste aggiuntive con durata a 12 e 13 mesi di ottobre e dicembre; inoltre, continueranno fino a giugno 2012 le aste a 3 mesi con volume illimitato.

L’insieme delle decisioni immediate e prossime, compresa quella derivante dalla partenza a novembre del nuovo piano di acquisti (sul mercato di prima emissione e sul secondario) relativi alle obbligazioni bancarie garantite (covered bond), ha agevolato la stabilità dei tassi Euribor (scadenza trimestrale a 1,566% venerdi scorso); al tempo stesso, le scelte effettuate hanno determinato il ravvedimento delle previsioni per gli operatori di mercato che, a partire dai momenti successivi alla conferenza stampa di giovedi scorso, hanno ricontrattato subito i derivati future sull’Euribor 3 mesi: ne è seguito un deciso rialzo dei tassi impliciti sul Liffe misurato nell’ordine dei 15-20 centesimi fino al 2013, appena limato il giorno successivo.

Rispetto alla settimana precedente rimane confermato l’andamento parabolico nel tempo dei tassi Euribor 3 mesi previsti, in ribasso sulle scadenze più ravvicinate; il taglio di un quarto di punto al costo del denaro viene traslato a marzo dell’anno prossimo ed il punto di minimo (1,19% a settembre 2012) rimane lontano, sospinto dalle notizie sul default di una Grecia perennemente a rischio in quanto al beneficio dell’ottenimento delle tranche di finanziamento di volta in volta stanziate sulla base degli impegni assunti con Bce, Ue e Fmi.

Il comportamento manifestato dai tassi previsti Euribor la scorsa settimana ha influenzato anche i tassi Irs sulle scadenze a 2 e 3 anni, mentre l’Irs 10 anni è salito in maniera impercettibile. Senza dimenticare che Trichet ha confermato l’attuale continuità del piano di acquisto dei titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona in difficoltà, e la continuità futura garantita dal fondo “salva-Stati”, rispetto al mese scorso si assiste all’aumento dell’Irs per le durate inferiori a 15 anni e alla diminuzione per le durate superiori.

Il parametro decennale, principalmente, viene influenzato dal Bund 10 anni che la settimana scorsa ha viaggiato sopra quota 1,9%, ancora al di sotto del livello dell’inflazione; è questo uno dei motivi per cui si ritiene che il governativo tedesco possa essere venduto nelle settimane a seguire, e che il suo rendimento trascini l’Irs al rialzo. Al solito, non vanno escluse le sorprese che riserverà la situazione socio-economica e che potrannno alimentare il fenomeno “fly to quality” di richiesta del bene rifugio, causa del movimento opposto di discesa dei tassi.

(per le previsioni Euribor 3 mesi del 14 ottobre 2011: http://www.questidenari.com/?p=5350)

(per le previsioni Euribor 3 mesi e Irs al 4 novembre 2011 si legga http://www.questidenari.com/?p=5544)

Btp 5 anni e Btp non più in corso di emissione: asta del Tesoro del 13 ottobre 2011

Il MEF ha disposto per giovedi 13 ottobre 2011, con regolamento 17/10/2011, l’asta marginale dei Buoni del Tesoro Poliennali quinquennali e dei Btp non più in corso d’emissione.

Btp 5 anni (ISIN IT0004761950, decorrenza 15 settembre 2011, scadenza 15 settembre 2016, tasso d’interesse annuo lordo 4,75%) sono offerti in terza tranche e nell’asta del settembre scorso avevano fatto segnare rendimento lordo al 5,6%. I Btp quinquennali sono offerti per un ammontare nominale dell’emissione da un minimo di 2,5 miliardi di euro ad un massimo di 3,5 miliardi di euro. I Btp quinquennali, nella mattinata di giovedi, hanno fatto registrare rendimento lordo in discesa al 5,32% scaturito da richieste per oltre 4,705 miliardi di euro (rapporto di copertura 1,34 con importo assegnato pari al massimo offerto) e prezzo di aggiudicazione 97,85.

I seguenti titoli di Stato, non più in corso di emissione, sono offerti complessivamente per ammontare nominale da un minimo di 1,5 miliardi di euro ad un massimo di 3 miliardi di euro.

I Btp 10 anni (ISIN IT0004361041, decorrenza 1° febbraio 2008, scadenza 1° agosto 2018 e tasso d’interesse annuo lordo 4,5%) sono offerti in quindicesima tranche e nell’asta del settembre scorso avevano fatto segnare rendimento lordo al 5,59%. I Btp off-the-run 01/08/2018, nella mattinata di giovedi, hanno fatto registrare rendimento lordo al 5,62% (assegnati 588 milioni di euro al prezzo di aggiudicazione del 94,18%. Fonte Borsaitaliana.it) e rapporto di copertura 1,98 con richieste per 1,167 miliardi di euro.

I Btp 10 anni (ISIN IT0004695075, decorrenza 1° marzo 2011, scadenza 1° settembre 2021 e tasso d’interesse annuo lordo 4,75%) sono offerti in tredicesima tranche e nell’asta dello scorso luglio avevano fatto segnare rendimento lordo al 5,77%. I Btp off-the-run 01/09/2021, nella mattinata di giovedi, hanno fatto registrare rendimento lordo al 5,77% (assegnati 1,158 miliardi di euro al prezzo di aggiudicazione del 92,95%. Fonte Borsaitaliana.it) e rapporto di copertura 1,48 con richieste per 1,714 miliardi di euro.

I Btp 15 anni (ISIN IT0004513641, decorrenza 1° marzo 2009, scadenza 1° marzo 2025 e tasso d’interesse annuo lordo 5%) sono offerti in quattordicesima tranche ed avevano fatto segnare rendimento lordo al 4,36% nell’asta dell’agosto 2010. I Btp off-the-run 01/03/2025, nella mattinata di giovedi, hanno fatto registrare rendimento lordo al 6,34% (assegnati 939 milioni di euro al prezzo di aggiudicazione dell’88,78%. Fonte Borsaitaliana.it) e rapporto di copertura 1,62 con richieste per 1,53 miliardi di euro.

Fonte: Dipartimento del Tesoro

(per l’asta dei Btp 5 anni del 14 novembre 2011: http://www.questidenari.com/?p=5583)

(per l’asta del 29 dicembre 2011 relativa ai Btp 10 anni a scadenza 2021 non più in corso d’emissione, si legga “Asta del 29 dicembre 2011: CCTeu, Btp 3 anni, Btp 10 anni e Btp decennali non più in corso d’emissione“)

(per l’asta dei Btp 10 anni off-the-run IT0004361041 si legga “Asta del 13 gennaio 2012: Btp 3 anni, Btp 3 anni e Btp 10 anni non più in corso d’emissione”)

(per la prossima asta dei Btp 15 anni a scadenza marzo 2025: “Asta del 14 maggio 2012: Btp 3 anni, Btp 10 anni e Btp 15 anni non più in corso d’emissione”)