Il business plan /1 – Introduzione

A cosa serve un business plan? E perché uno o più appartenenti al personale di un’azienda, o un consulente esterno incaricato, dovrebbero dedicarsi alla stesura di un documento che, per quanto stringato, porta via parecchi giorni di lavoro?

Il business plan può assolvere a più di una finalità: può essere utilizzato internamente ad un’azienda, ad esempio, per rendere esplicito a tutti, in particolare al top management, il piano di investimento su determinate tecnologie e su prodotti innovativi, oggetto di futura valutazione.

Ma può anche essere indirizzato a persone esterne all’azienda, quando è considerato – e questo è il caso più frequente – come un “biglietto da visita” con cui l’impresa, richiedente un finanziamento, si presenta all’organo deliberante della banca: una volta valutata la bontà del progetto di investimento industriale per il quale si richiede il finanziamento stesso, il direttore concederà l’erogazione dei fondi solo se, sulla base di quanto ha letto, si è formulato ragionevoli attese di ritorni senza sostenimento di rischi eccessivi.

Va da sé che non esiste un modello standard di business plan: ogni caso presenta particolari caratteristiche dell’azienda descritta, del suo prodotto, del suo mercato, del tipo di investimento e, ovviamente, del tipo di finanziamento. Pertanto non esiste un business plan “lungo” 100 pagine o “corto” 15, come non esiste un business plan su cui siano riportate informazioni prevalentemente di natura qualitativa o, al contrario, di natura quantitativa, ma è sempre consigliabile redigere differenti business plan per quante sono le specifiche esigenze. L’importante è che il piano raggiunga il suo obiettivo nel modo più efficace possibile: informare in maniera esaustiva sulla fattibilità dell’operazione.

Comunque è possibile tracciare delle linee guida valide per ogni evenienza: il numero di copie del business plan, anzitutto, deve adattarsi al numero dei destinatari del lavoro svolto (3 copie, ad esempio, per la banca, per l’amministrazione e per il professionista esterno), ad ognuno dei quali verrà richiesto di apporre la propria firma per ricezione evidenziando il fatto che persone esterne all’azienda vengono a conoscenza di dati personali protetti dalla legge sulla privacy.

(continua http://www.questidenari.com/?p=977)