Si allunga la catena

 

Secondo IlSole24ORE, gli ultimi aggiornamenti della lista che riporta i nomi delle persone truffate da Madoff – sulla base delle accuse –  riguardano pensionati e dipendenti della Deutsche Bank.

 Gli aderenti, fra cui compaiono anche diversi Italiani, hanno accantonato risparmi nel fondo pensione complementare della banca d’investimenti tedesca che, al novembre dello scorso anno, iscriveva a bilancio uno dei fondi gestiti da Madoff per un totale dell’1,3% del patrimonio complessivo.

L’ultima riunione del CdA del fondo pensione ha provveduto a svalutare la partecipazione posseduta arrivando a dimezzarla, con un abbattimento pari a circa 1,9 milioni di Euro che rende bene la percezione dell’accaduto.

Denaro a pezzi

 

Attorno alla metà dell’800, quando i commercianti francesi introdussero nell’isola di Madagascar l’uso dei denari rappresentati dai franchi d’argento del re Luigi Filippo di Francia, le popolazioni indigene pensarono di spezzare le monete in frammenti.

L’usanza venne praticata perché le monete francesi, così come coniate, erano considerate scomode, mentre, una volta spezzettate, il loro utilizzo poteva essere praticato in base al peso.

Se la finanza anticipa l’economia

 

Qualche giorno fa le Borse USA hanno reagito negativamente alla bocciatura del congresso statunitense al piano di Obama sul rilancio dell’economia che prevede, fra l’altro, la creazione delle bad banks, ovvero delle “discariche” create a seguito di un’opera di nazionalizzazione con l’intento di farvi confluire la melma dei titoli tossici il cui valore, ridotto al minimo, inquina i bilanci delle grandi banche americane.

Non si tratta semplicemente di posizioni ideologiche secondo cui, una volta socializzate le perdite, sarebbe poi altrettanto giusto condividere i profitti, in passato a vantaggio quasi esclusivo dei top manager responsabili della diffusione patologica della finanza creativa. Secondo l’economista Francesco Giavazzi, si sta manifestando una corretta presa di coscienza sulle conseguenze che verrebbero a patire i mercati a seguito della diffusione di aspettative inidonee alla logica di sviluppo della politica degli investimenti, sulla scorta dell’esperienza del New Deal all’epoca di Roosvelt.

Infatti, il rischio di interventi giuridici ed economici potenzialmente limitativi della libertà d’impresa, nell’attuale contesto misurato dalla riduzione dell’occupazione operata dalle imprese in maniera più rapida rispetto al calo della produzione (quando in passato è avvenuto il contrario), si traduce in aspettative degli imprenditori fortemente pessimistiche.

Dunque per gli USA si rende necessario, parallelamente ad altri interventi programmati, ripristinare gli ordini intervenendo con la politica fiscale in termini di spesa pubblica e tasse, ed intervenire in maniera sostanziosa dato che i numeri previsti dal piano dei giorni scorsi non apparivano sufficienti – in altre parole, non solo il piano non dettagliava le modalità di scambio dei titoli tossici, ma neppure l’intervento assumeva consistenza quantitativa ritenuta accettabile.

Ecco perché, nell’incertezza imperante sui risultati futuri di banche e imprese, gli operatori di Borsa hanno pensato di vendere.

Bot ai minimi storici

 

I Buoni Ordinari del Tesoro a 3 e 12 mesi sono stati collocati con rendimenti in calo, come conseguenza del crescente volume della domanda.

In particolare, i Bot annuali sono stati piazzati al tasso lordo pari a 1,374%, con una caduta di 0,4 punti sul precedente minimo storico che continua a descrivere la condizione di timore dei risparmiatori in fuga dalle borse verso titoli considerati sicuri.